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Arrestato e condannato in Spagna, i giudici negano l’estradizione per un 27enne di Monopoli

Un caso giudiziario internazionale si conclude con una decisione della Corte d'Appello di Bari, che ha rifiutato la richiesta di estradizione avanzata dalla Spagna nei confronti di un 27enne di Monopoli, condannato nel paese iberico per traffico di droga. La sentenza stabilisce che l’uomo sconti la pena in Italia, dove risiede stabilmente con la sua…
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Un caso giudiziario internazionale si conclude con una decisione della Corte d’Appello di Bari, che ha rifiutato la richiesta di estradizione avanzata dalla Spagna nei confronti di un 27enne di Monopoli, condannato nel paese iberico per traffico di droga. La sentenza stabilisce che l’uomo sconti la pena in Italia, dove risiede stabilmente con la sua famiglia.

L’arresto e la condanna

Il giovane monopolitano fu fermato il 15 gennaio 2020 alla Stazione del Nord di Barcellona, dopo essere sceso da un autobus proveniente da Algeciras, in Andalusia. Durante un controllo, la polizia trovò nel suo bagaglio quasi 10 chili di droga, tra hashish e marijuana confezionata in involucri, oltre a 3.600 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio. Arrestato in flagranza, ottenne la scarcerazione in attesa di processo e fece ritorno in Italia.

Nel marzo 2021, il Tribunale catalano lo condannò a 3 anni e un giorno di reclusione e al pagamento di una multa di 60 mila euro. La sentenza divenne definitiva a giugno dello stesso anno, ma il giovane rimase in Italia fino alla recente richiesta di estradizione avanzata dalla Spagna.

La richiesta di estradizione

A novembre 2024, le autorità spagnole emisero un mandato di arresto europeo per l’esecuzione della pena. Il 27enne è stato arrestato dalla polizia italiana a Monopoli il 31 gennaio 2025, finendo in carcere. Durante l’udienza di convalida, assistito dagli avvocati Michele Mitrotti e Giuseppe Massari, ha chiesto di poter scontare la pena in Italia, evidenziando il suo legame con il territorio: è incensurato, residente a Monopoli, lavoratore presso un’azienda agricola e padre di due figli piccoli.

Infatti, mentre aspettava la sentenza, è rimasto agli arresti domiciliari continuando solo la sua attività lavorativa.

La Corte d’Appello di Bari

Dopo un’accurata valutazione, i giudici della Corte d’Appello di Bari, presieduti da Rosa Calia Di Pinto, hanno respinto la richiesta di estradizione, stabilendo che la pena sarà eseguita in Italia. La decisione si basa su principi giuridici ribaditi recentemente anche dalla Corte Costituzionale, secondo cui il rifiuto facoltativo della consegna è previsto per le persone saldamente radicate nel territorio dello Stato, al fine di garantire migliori opportunità di reinserimento sociale.

Secondo l’avvocato Mitrotti, la sentenza rappresenta una valutazione attenta e approfondita della situazione personale e familiare del 27enne, riconoscendo il diritto a scontare la pena nel proprio paese, in un contesto che favorisca la sua futura riabilitazione.

Questa vicenda evidenzia l’importanza delle valutazioni individuali nei casi di estradizione, dove la giustizia deve bilanciare il rispetto delle sentenze straniere con la tutela dei diritti dei cittadini. La decisione della Corte d’Appello di Bari conferma l’orientamento della giurisprudenza italiana nel privilegiare il reinserimento sociale e familiare dell’imputato. Resta ora da vedere come verrà gestita l’esecuzione della pena.

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