Tommaso Minervini torna libero ma non potrà più essere sindaco di Molfetta. Il Tribunale del Riesame di Bari ha sostituito la misura cautelare degli arresti domiciliari con la sospensione dell’esercizio di pubblico servizio per un anno.
Minervini fu arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Trani in cui sono indagate altre 13 persone accusate, a vario titolo, di peculato, corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti, frode, truffa e falso.
Il primo cittadino era stato arrestato su disposizione del gip di Trani, Marina Chiddo, dopo l’interrogatorio preventivo. Era poi comparso, giovedì scorso, davanti ai giudici del Riesame insieme ai suoi avvocati Mario Malcangi e Tommaso Poli.
Secondo l’accusa, Minervini avrebbe ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori.
Nell’inchiesta sono indagati anche il suo autista, Tommaso Messina, l’imprenditore portuale Vito Leonardo Totorizzo e il luogotenente della finanza Michele Pizzo. Con loro anche i dirigenti comunali Alessandro Binetti e Lidia De Leonardis (anche sulla sua posizione si è espresso il Riesame, i domiciliari sono stati sostituiti con l’interdizione di sei mesi dai pubblici uffici), Domenico Satalino, e il funzionario Mario Morea.
