Tra i diritti che riguardano i giovani quello allo studio è una prerogativa su cui non si può sorvolare. A seguito dei lavori di ristrutturazione della biblioteca comunale di Molfetta, avviati nel 2019, la mancanza di spazi destinati allo studio individuale in città rappresenta un disagio per i ragazzi. Se ne fa portavoce il molfettese Gabriele Vilardi, promotore del comitato “Voce allo studio”, costituitosi a Molfetta nell’estate 2020. Lo stesso periodo in cui si chiedeva la riattivazione della surrogata, con rispettive aule studio, nella sede di Palazzo Tributi.
«Ricordo ancora benissimo quel limite dei quattordici posti con cui la sede provvisoria venne riaperta – spiega Vilardi – dopo la prima ondata di contagi del 2020».
Altrettanto nitido il ricordo del 9 luglio dello stesso anno, in cui con un sit-in in piazza Mazzini si protestava contro una scelta penalizzante per gli studenti.
«In quell’occasione abbiamo fatto emergere le criticità presenti – prosegue il molfettese – legate non solo al numero esiguo di posti, ma anche alla gestione degli spazi, alla mancata suddivisione temporale e alla necessità di un ampliamento degli orari di apertura».
Richieste avanzate anche nei mesi successivi, come in quello di ottobre, in cui si è svolto un incontro con il primo cittadino, Tommaso Minervini. Dal confronto tra il sindaco e i rappresentanti di associazioni e ragazzi emerse che a gennaio 2021 fosse prevista la riapertura ufficiale della biblioteca comunale. Una ricorrenza slittata a data da destinarsi, a causa dalle indagini sui materiali utilizzati per la ristrutturazione.
Sempre nell’ottobre 2020, la ricerca di soluzioni è proseguita con un altro incontro, questa volta con il presidente del consiglio comunale, Nicola Piergiovanni, e con il consigliere comunale Dario de Robertis. La speranza fu la possibilità di accordi con le parrocchie per mettere a disposizione gli auditorium. In quell’occasione fu annunciata anche la chiusura della sede temporanea per un arco di tempo variabile dalle due alle tre settimane, necessarie al trasferimento degli archivi e degli arredi. Una chiusura rivelatasi tutt’altro che momentanea.
«Abbiamo proposto all’amministrazione comunale di adibire ad aule studio gli spazi della Cittadella degli Artisti – spiega – ma ci è stato risposto che si tratta di un luogo troppo distante, fuori dalla portata dei cittadini».
Oggi il comitato “Voce allo studio”, che è possibile contattare all’indirizzo e-mail comitatovoceallostudio@gmail.com, è ancora alla ricerca di risposte per evitare che i molfettesi siano costretti a spostarsi nelle vicine Giovinazzo e Terlizzi.
«Non bisogna dare per scontato che tutti i giovani possano studiare nelle proprie abitazioni – conclude Vilardi – per ragioni varie».
Le stesse che devono spingere a costruire un dialogo tra l’amministrazione comunale e i cittadini.