All’indomani dell’arresto, ai domiciliari, del sindaco Tommaso Minervini, il presidio di Libera contro le mafie di Molfetta si dice «preoccupato per l’instabilità che la città si prepara a vivere a livello amministrativo».
Minervini è coinvolto in un’inchiesta della Procura di Trani su presunti episodi di corruzione, truffa e peculato.
Per Libera «Molfetta oggi è ferita e lacerata, incredula e addolorata». Il presidio intende «promuovere con responsabilità la giustizia sociale, la ricerca della verità e l’educazione alla legalità in questo territorio violato, con la fiducia di chi sa che si può restituire alla cittadinanza la speranza di ricomporre il tessuto sociale».
Dall’associazione si dicono addolorati nel «vedere al centro della cronaca nazionale la nostra città, la città di Gaetano Salvemini, di don Tonino Bello, di uomini e donne che si sono battuti per la democrazia e la legalità come il compianto sindaco Gianni Carnicella, vittima della criminalità organizzata per aver esercitato il suo ruolo di garante delle regole, ribadendo il suo no a una richiesta illegittima», prosegue la nota in cui si «ripone fiducia nella magistratura».