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Mafia e droga nel Barese, 362 anni di carcere per 28 affiliati al clan Strisciuglio – NOMI e VIDEO

Sono diventate definitive le condanne a carico di 28 persone nei cui confronti i carabinieri del comando provinciale di Bari e gli agenti della Questura hanno eseguito, nelle prime ore di stamattina 16 gennaio, altrettanti ordini di carcerazione emessi dalla Procura generale presso la Corte di Appello di Bari. Le pene inflitte vanno dai quattro…

Sono diventate definitive le condanne a carico di 28 persone nei cui confronti i carabinieri del comando provinciale di Bari e gli agenti della Questura hanno eseguito, nelle prime ore di stamattina 16 gennaio, altrettanti ordini di carcerazione emessi dalla Procura generale presso la Corte di Appello di Bari.

Le pene inflitte vanno dai quattro ai vent’anni di reclusione, per un totale di 362 anni di carcere.

Gli arrestati erano coinvolti nell’operazione Vortice-Maestrale che nel 2021 portò all’arresto di diverse persone ritenute appartenenti al clan Strisciuglio per quelli che gli inquirenti definiscono «gravi reati» commessi nell’area della Città metropolitana di Bari.

Tra i reati contestati ci sono quelli di associazione mafiosa, estorsione, lesioni e traffico di droga.

I nomi degli arrestati

In carcere sono finiti Giuseppe Abbaticchio, 48 anni, condannato a 9 anni e 8 mesi di reclusione; Giovanni Ballabene, 39 anni, condannato a 9 anni di reclusione; Francesco Caldarola, 32 anni, condannato a 10 anni di reclusione; Giacomo Campanale, 53 anni, condannato a 15 anni e 1 mese di reclusione; Leonardo Campanale, 54 anni, condannato a 6 anni di reclusione; Gianfranco Caputi, 36 anni, condannato a 10 anni e 11 giorni di reclusione; Gianluca Frisari, 45 anni, condannato a 9 anni, 7 mesi e 9 giorni di reclusione; Nicola Antonio La Selva, 60 anni, condannato a 17 anni, 9 mesi e 28 giorni di reclusione; Massimo Lorenzani, 42 anni, condannato a 12 anni, 6 mesi e 25 giorni di reclusione; Armando Marulli, 44 anni, condannato a 10 anni, 11 mesi e 6 giorni di reclusione; Antonio Mititiero, 52 anni, condannato a 18 anni e 4 giorni di reclusione; Luca Pisani, 44 anni, condannato a 19 anni e 7 mesi di reclusione; Alessandro Ruta, 37 anni, condannato a 16 anni, 7 mesi e 12 giorni di reclusione; Giuseppe Schino, 42 anni, condannato a 6 anni, 7 mesi e 21 giorni di reclusione; Damiano Spano, 46 anni, condannato a 5 anni di reclusione; Luigi Spano, 50 anni, condannato a 5 anni di reclusione; Valerio Violante, 41 anni, condannato a 4 anni, 9 mesi e 19 giorni di reclusione; Giacomo Zapparella, 36 anni, condannato 8 anni e 4 mesi di reclusione; Rita Dentamaro, 38 anni, condannata a 2 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione; Nicola Ficarelli, 36 anni, condannato a 20 anni, 10 mesi e 24 giorni di reclusione; Mauro Losacco, 39 anni, condannato a 21 anni, 3 mesi e 19 giorni di reclusione; Vito Di Bari, 47 anni, condannato a 9 anni, 7 mesi e 13 giorni; Pietro Mercoledisanto, 34 anni, condannato a 18 anni di reclusione; Francesco Stefanachi, 37 anni, condannato a 8 anni e 8 mesi di reclusione; Giovanni Tritto, 34 anni, condannato a 23 anni, 2 mesi e 27 giorni di reclusione; Marino Massari, 34 anni, condannato a 13 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione; Ivan Caldarola, 25 anni, condannato a 14 anni, 4 mesi e 24 giorni di reclusione; Saverio De Santis, 36 anni, condannato a 20 anni, 7 mesi e 29 giorni di reclusione.

Le persone arrestate, appartenenti al clan Strisciuglio, operavano nei quartieri Libertà, San Paolo, San Pio (Enziteto), Catino e San Girolamo a Bari, oltre che nei comuni di Palo del Colle, Conversano e Rutigliano.

Le indagini

Nell’aprile del 2021 furono eseguiti 99 provvedimenti cautelari a seguito delle indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari per fatti legati alla criminalità e avvenuti tra il 2015 e il 2020.

L’inchiesta, denominata “Vortice-Maestrale”, ha permesso di ricostruire le diverse attività del clan, evidenziandone le ambizioni di espansione e controllo del territorio, oltre alla diffusione capillare sull’intera area metropolitana. Nonostante alcuni dei “capi” fossero detenuti, avrebbero continuato a guidare le diverse articolazioni del gruppo criminale nelle aree urbane e nei comuni dell’hinterland.

Dalle indagini è stato accertato come il sodalizio mafioso, grazie alla forza intimidatoria derivante dal vincolo associativo, sia all’interno del gruppo che sul territorio di riferimento, attraverso metodi particolarmente violenti ed efferati, riusciva a imporre ai titolari di alcuni esercizi commerciali del quartiere Libertà l’installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo, forniti da un’azienda gestita da uno dei membri dell’organizzazione. Quest’ultimo destinava una parte degli introiti alle casse della cosca, ottenendo in cambio il monopolio di fatto nel settore.

Inoltre, è stato provato che il sodalizio mafioso gestiva le fiorenti piazze di spaccio attive nei territori sotto il suo controllo, rifornendole con ingenti quantità di sostanze stupefacenti.

L’indagine ha anche fatto luce su una violenta rissa avvenuta l’11 gennaio 2016 all’interno del carcere di Bari, che ha coinvolto oltre 41 detenuti appartenenti al circuito di “alta sicurezza”.

Tra questi, vi erano esponenti apicali del clan Strisciuglio e del clan Misceo, in conflitto a causa di uno squilibrio negli assetti interni dei due gruppi. Situazione che aveva portato all’espansione del clan Strisciuglio nel territorio di Palo del Colle, attraverso azioni violente che hanno permesso al gruppo di consolidare il controllo criminale di quell’area.

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