A undici mesi dall’operazione “Codice interno” che a febbraio scorso ha portato all’arresto di 137 persone – tra cui l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e sua moglie Mary Lorusso, ex consigliera comunale di Bari – nell’ambito di un’inchiesta su presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina, gli agenti della polizia di Stato hanno arrestato il pregiudicato 37enne Giuseppe Signorile ritenuto, all’epoca dei fatti, vicino al clan Parisi-Palermiti.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Dda, è stata eseguita il 2 dicembre scorso. Il 37enne è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso.
L’uomo, stando a quanto emerso dalle indagini, all’epoca dei fatti sarebbe stato un componente del clan egemone a Bari e in diversi Comuni dell’area metropolitana. In particolare, il 37enne sarebbe stato «particolarmente attivo nelle dinamiche delinquenziali del clan», spiegano dalla Questura di Bari in una nota, soprattutto per quanto riguarda lo spaccio di droga.
Già arrestato a seguito della sanguinosa faida scoppiata a Bari nel 2017 per il controllo del traffico di sostanze stupefacenti, era passato al clan Strisciuglio.
Le indagini svolte dalla squadra mobile della Questura di Bari, si sono basate, tra l’altro, su intercettazioni telefoniche ed ambientali e su numerosi servizi di osservazione e pedinamento. Ulteriori elementi a carico del 37enne sono arrivati dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che ne hanno chiaramente delineato il ruolo nel sodalizio criminale.
Dalle indagini è emerso che il 37enne, anche dopo la disarticolazione del clan a seguito dell’operazione Codice interno, avrebbe continuato ad essere «particolarmente attivo» nell’attività di spaccio di droga.