Il Tribunale del Lavoro di Bari ha annullato il licenziamento e ordinato il reintegro di due vigilesse della Polizia Locale di Bari, licenziate dal Comune a marzo 2024. Le due agenti erano state coinvolte nell’inchiesta che ha portato all’esecuzione di 130 misure cautelari per presunti episodi di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni del 2019.
Secondo le indagini, le vigilesse avrebbero chiesto aiuto a Fabio Fiore, un fedelissimo del clan mafioso Parisi ed ex autista del boss di Japigia “Savinuccio”, per «punire» una persona che, dopo aver ignorato un semaforo rosso, le avrebbe insultate.
«Licenziamento non proporzionato»
Per i giudici del Tribunale del Lavoro, tuttavia, il licenziamento delle vigilesse non è stato proporzionato rispetto ai fatti contestati. Le agenti avevano presentato ricorso contro il provvedimento. I giudici non hanno rilevato un rapporto «illecito con soggetti esterni all’amministrazione» e hanno stabilito che i «saltuari contatti telefonici avuti con un soggetto ritenuto di spessore criminale non possono costituire di per sé motivo di licenziamento».
Inoltre, la sentenza sottolinea che «la condotta della ricorrente, oggetto di addebito, non ha mai comportato l’omissione dell’attività sanzionatoria nei confronti dei soggetti responsabili delle violazioni». I giudici hanno ribadito che, «in relazione agli episodi oggetto di procedimento disciplinare, la ricorrente ha adempiuto ai propri doveri d’ufficio, procedendo all’elevazione delle sanzioni amministrative nei confronti dei trasgressori».
Il Comune di Bari ha già annunciato che presenterà ricorso contro la decisione del Tribunale del Lavoro.