È stato condannato a nove anni di reclusione l’ex consigliere regionale pugliese Giacomo Olivieri, coinvolto nell’inchiesta “Codice interno” su presunti legami tra mafia, politica e imprenditoria a Bari. La condanna è arrivata dal gup di Bari, Giuseppe De Salvatore, davanti al quale si è svolto il processo in abbreviato con 104 imputati.
Olivieri, accusato di scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione, secondo la Dda avrebbe raccolto a pagamento i voti da tre clan di Bari per favorire, nel 2019, l’elezione al consiglio comunale del capoluogo pugliese della moglie Maria Carmen Lorusso. La Dda aveva chiesto nei confronti di Olivieri la condanna a 10 anni di reclusione.
Le condanne
Il gup di Bari ha condannato 103 imputati su 104: nel processo che ha svelato presunti legami tra mafia, politica e affari in città, solo Domenico Giannini è stato assolto. Le pene variano dai 14 anni e 8 mesi ai 2 anni e 2 mesi di reclusione.
Le condanne più pesanti sono toccate a Filippo Mineccia, Silvio Sidella e Radames Parisi, del clan Parisi-Palermiti. A 14 anni anche Tommaso Lovreglio, nipote del boss “Savinuccio” Parisi, accusato di procacciare voti per l’ex consigliera Maria Carmen Lorusso, moglie di Giacomo Olivieri (condannato a 9 anni).
Pene minori per altri imputati per voto di scambio, tra cui Michele Nacci e Bruna Montani. Pesanti le condanne per i vertici del clan: 11 anni a Savino Parisi ed Eugenio Palermiti, 10 a Giovanni Palermiti, 9 a “Tommy” Parisi. Disposti risarcimenti a istituzioni e associazioni civili, 200mila euro a Comune di Bari e Regione Puglia. Confiscato un appartamento di Lorusso.