Oggi potrebbe essere il giorno della verità. Alle 11 è convocata la riunione del Consiglio dei ministri durante la quale il ministro Matteo Piantedosi potrebbe relazionare sulle presunte infiltrazioni dei clan nel Comune di Bari, svelate a febbraio 2024 dall’inchiesta “Codice Interno” e successivamente oggetto di verifiche da parte degli ispettori inviati dal Viminale: un passaggio fondamentale per capire se l’amministrazione del capoluogo sarà sciolta per mafia e commissariata o, come sembra più probabile, a essere messe sotto “tutoraggio” saranno le sue società partecipate.
La seduta
I ministri, guidati dalla premier Giorgia Meloni, si ritroveranno stamattina alle 11 a Palazzo Chigi. All’ordine del giorno ci sono leggi regionali e “varie ed eventuali”. E proprio questa formula costituirebbe, secondo alcuni, un indizio. In quelle “varie ed eventuali”, infatti, potrebbe essere inclusa la relazione del ministro dell’Interno sul caso Bari. I tempi, d’altra parte, sono maturi: domenica scadrà il termine di tre mesi entro il quale il titolare del Viminale è tenuto ad analizzare il dossier trasmessogli dal prefetto Francesco Russo e a decidere il destino del Comune. Se non dovesse arrivare oggi, il verdetto di Piantedosi potrebbe slittare a lunedì, visto che i termini che scadono di domenica sono automaticamente prorogati al giorno successivo. Una sola cosa è certa: a prescindere dal contenuto della decisione (scioglimento sì o no), Piantedosi è tenuto a relazionare al Consiglio dei ministri nel termine indicato dalla legge, potendo prendere provvedimenti anche in un momento successivo. Si vedrà.
I rumors
Palazzo di città, dunque, vive ore di attesa e, per certi versi, di moderato ottimismo. Stando a quanto trapelato nelle scorse settimane, l’ipotesi dello scioglimento dell’amministrazione eletta a giugno scorso e la contestuale nomina di un commissario sembra da scartare visto che nell’inchiesta “Codice Interno” non sono coinvolti i vertici del Comune e che, nella relazione condivisa dal prefetto Francesco Russo e dal procuratore Roberto Rossi, si parla di condizionamenti soltanto della gestione di alcune partecipate. Ecco perché sembra lecito aspettarsi misure sull’organizzazione della macchina comunale, magari su dirigenti e procedure, oppure la nomina di un commissario anche per l’Amiu dopo che il Tribunale di Bari, un anno fa, ne ha assegnato uno all’Amtab. È innanzitutto nelle procedure di assunzione del personale nella partecipata che gestisce i trasporti, d’altra parte, che si sarebbero infiltrati gli esponenti dei clan Parisi e Palermiti del quartiere di Japigia. Sotto la lente del ministro, comunque, ci sono anche Amiu, Multiservizi, Amgas e Retegas: anche nei loro confronti il ministro potrebbe prendere provvedimenti.