Il gup di Bari, Giuseppe De Salvatore, ha respinto la richiesta di sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari nei confronti di Giacomo Olivieri, l’ex consigliere regionale pugliese arrestato lo scorso 26 febbraio per scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione nell’ambito dell’inchiesta “Codice interno“, che ha svelato presunti legami tra mafia, politica e imprenditoria a Bari.
La richiesta era stata presentata nei giorni scorsi dai legali di Olivieri, Gaetano e Luca Castellaneta.
Per il gup emergerebbe il «perdurante attivismo di Olivieri in ambito politico, con una proiezione verso il futuro, a fianco di un soggetto a sua volta gravato dalla stessa imputazione nel presente procedimento» e «la vicinanza di Olivieri ad un personaggio inserito in un contesto delinquenziale di tipo associativo mafioso».
Nel primo caso il gup fa riferimento a Michele Nacci, a processo con Olivieri e candidato nel 2019 al consiglio comunale di Bari in ticket con Maria Carmen Lorusso, moglie di Olivieri e a sua volta imputata. Tre giorni prima dell’arresto, nota il gup citando un’informativa della polizia, «Olivieri reitera condotte dello stesso tipo, proprio con il Nacci, in cambio della riattivazione», in vista delle regionali del 2026, «degli stessi “presidi” già percorsi» nel 2019.
Nel secondo caso il riferimento è ad Angelo Falco, pluripregiudicato con precedenti per associazione mafiosa a cui, nel 2023, Olivieri avrebbe proposto affari illeciti.
Olivieri è accusato di aver favorito l’elezione della moglie al consiglio comunale di Bari nel 2019 comprando voti dai clan Parisi, Montani e Strisciuglio.
Domani è prevista una nuova udienza del processo in cui è imputato insieme ad altri 108 con rito abbreviato.