A pochi giorni dalla scadenza dei termini per la decisione romana sul futuro del Comune di Bari, filtrano alcune indiscrezioni sulla proposta inviata dal prefetto Francesco Russo al ministro Piantedosi, al termine di un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutosi il 6 novembre scorso.
L’ipotesi Amiu
Dopo essersi confrontato con i vertici delle forze dell’ordine e il procuratore capo del tribunale di Bari, Roberto Rossi, il prefetto Russo avrebbe messo per iscritto la necessità, a suo avviso, di esercitare un controllo dello Stato, oltre che su Amtab (già sottoposta ad amministrazione straordinaria) anche sull’Amiu, seconda delle tre municipalizzate finite nel mirino degli ispettori ministeriali, lasciando fuori l’Amgas, ma soprattutto salvando il Comune di Bari dalla tagliola del commissariamento, sventolato a marzo scorso dall’opposizione.
Il commissariamento
Claudio Sammartino, prefetto in quiescenza, Antonio Giannelli, (nominato qualche giorno fa prefetto di Cremona) e Pio Giuseppe Stola, maggiore dello Scico della Guardia di finanza erano stati individuati dal ministero dell’Interno per valutare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione comunale di Bari, a seguito della maxinchiesta Codice Interno che ha svelato gli intrecci, a Bari, tra mafia e politica, e che aveva portato all’arresto di 130 persone (tra cui l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, la moglie ed ex consigliera comunale di Bari Maria Carmen Lorusso).
L’ipotesi
L’inchiesta, coordinata dai pm antimafia di Bari Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino, ipotizzava l’esistenza di un intreccio tra imprenditoria, politica e criminalità, con fenomeni di voto di scambio politico mafioso. Le indagini, condotte dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari diretti da Filippo Portoghese, avevano portato anche all’amministrazione giudiziaria di Amtab, la municipalizzata dei trasporti. Erano infatti state accertate infiltrazioni mafiose in particolare nella gestione delle assunzioni, diventate appannaggio dei clan Parisi-Palermiti del quartiere Japigia.
Cosa accade ora
Dopo l’invio della relazione del prefetto al Viminale, il ministro Matteo Piantedosi ha avuto tre mesi di tempo per decidere se archiviare la pratica o se proporre lo scioglimento dell’amministrazione comunale. Sono possibili anche soluzioni intermedie: nel caso in cui fossero stati rilevati collegamenti tra l’apparato burocratico dell’amministrazione e le organizzazioni criminali (ma non tali da determinare lo scioglimento del Comune), ai sensi dell’articolo 143 comma 5 del Testo unico sulle leggi sull’ordinamento degli enti locali può essere adottato “ogni provvedimento utile a far cessare immediatamente il pregiudizio in atto”. Entro due settimane, è attesa la decisione sul futuro della città.