Un vortice di emozioni, tra musica e tanta ironia, il concerto di Brunori Sas, al secolo Dario Brunori, che si è tenuto ieri sera nella Fiera del Levante di Bari nell’ambito del Locus Festival 2025.
Il cantautore calabrese ha fatto tappa nel capoluogo pugliese con il suo tour “L’albero delle noci“, portando in scena il meglio del suo repertorio con la piccola orchestra Brunori Sas: otto polistrumentisti fra percussioni, tastiera, violino, flauto, tromba, trombone, maracas e coristi.
Si parte con “Al di là dell’amore” per quello che lo stesso artista definisce «un viaggio nel disincanto attraverso il quale riuscire a trovare un nuovo incanto». Il concerto è un alternarsi di musica e parole, attraverso le quali Brunori spiega che quello che viviamo «non è un presente che ci piace molto».
Il cantautore mostra tutto il suo talento musicale, alternandosi tra chitarra acustica, chitarra elettrica e pianoforte a mezza coda. Sul palco suona, canta e si scatena come un rocker, scaldando il suo «popolo brunoriano».
Prima di andare avanti con la scaletta, afferma: «Questo è un periodo in cui non è di moda essere tiranno, questo è un periodo di grande apertura». Il pubblico applaude e si diverte. Poi arriva “Come stai“, uno dei suoi primi successi, e allora Brunori tira fuori il suo lato introspettivo, ricordando la morte del padre e spiegando che «da quel momento è nato il mio percorso, quindi auguro a chiunque stia vivendo un lutto che questo sia l’inizio di una rinascita».
Finalmente il suo ultimo grande successo, “L’albero delle noci“, terzo a Sanremo, che lui presenta con la solita ironia. «Questo – dice – è un brano che ho presentato in una piccola località della riviera ligure».
Nel frattempo dal pubblico spuntano cartelli, che lui stesso legge dal palco, uno recita “Dario adottami“. In un altro un fan gli chiede di cantare insieme e lui non perde tempo, invitandolo sul palco e cantando con lui “Guardia ’82”. Infine gli immancabili bis e la foto finale di rito con uno striscione che inneggia alle sue origini calabresi: “Brunori, sei meglio di una soppressata“.