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Locorotondo, modella aggredita durante servizio fotografico: «Poi non vi lamentate se vi stuprano» – VIDEO

Una frase scioccante, violenta e carica d’odio ha interrotto un servizio fotografico a Locorotondo, lasciando la modella Gemma Surgo vittima di un’aggressione verbale sessista. «Poi non vi lamentate se vi stuprano, ma guarda come ti sei vestita!». Questo l’urlo che un uomo ha rivolto alla giovane ragazza, che ha prontamente denunciato l’accaduto sui suoi canali social, accompagnando il post con un video registrato nei momenti concitati successivi all’aggressione.

«Mi scuso davvero tanto per le parole che mi sentirete dire in questo video, ma non abbiamo avuto la prontezza di filmare dall’inizio – ha scritto Surgo – per cui non rende bene ciò che è stato detto da questo individuo e come. Ho sentito delle urla forsennate all’improvviso e non mi sono subito resa conto di quello che stava succedendo».

La modella ha raccontato di essere stata attaccata verbalmente per l’abbigliamento scelto per lo shooting, descrivendo una scena di rabbia fuori controllo da parte dell’uomo, che l’ha aggredita con affermazioni gravissime. «La cosa che mi ha lasciata di stucco – ha aggiunto – è stato il modo in cui lo ha detto, rosso dalla rabbia, urlando e sbraitando come se gli avessi fatto un danno irreparabile».

La violenza verbale si è interrotta, come raccontato dalla giovane, solo nel momento in cui l’uomo si è accorto di essere ripreso. «Ha smesso di reagire nell’istante in cui ha capito che stavamo registrando. Mi chiedo: ma se il mio fidanzato fosse stato presente, si sarebbe comportato allo stesso modo?». Un interrogativo che mette in luce la chiara componente di prevaricazione e intimidazione in episodi come questo, particolarmente gravi quando rivolti a una donna sola, in uno spazio pubblico e durante l’esercizio della sua professione.

Con grande determinazione, Gemma Surgo ha scelto di non tacere e di denunciare pubblicamente l’accaduto, sottolineando l’urgenza di una riflessione collettiva su temi come la cultura del rispetto, la libertà personale e la violenza verbale e simbolica sulle donne. «Il mondo sta lentamente sprofondando nel baratro – ha concluso – ma io non sono una di quelle che sta zitta».

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