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Lo scudetto del Napoli di Aurelio De Laurentiis che arrabbiare Bari: la gestione a due velocità

Le due facce della Filmauro. La prima ancora una volta in estasi. La seconda in ‘depressione’. Se all’ombra del Vesuvio, dopo la notte che ha suggellato il tripudio del Napoli, l’alba si è colorata per la seconda volta negli ultimi tre anni di verde, bianco e rosso, dall’altra parte dello Stivale Bari si è svegliata in preda a sentimenti ancora più cupi di frustrazione e smarrimento. Il secondo Scudetto ‘azzurro’ dell’era De Laurentiis ha sortito l’effetto dell’ennesima mazzata nei confronti di una piazza già molto provata e con il morale sotto i piedi, costretta ad osservare ‘inerme’ e senza alcuna prospettiva il trionfo bis di patron Aurelio. La vittoria dell’ex Antonio Conte, che proprio a Bari aveva raccolto il primo successo da allenatore riportando i biancorossi in Serie A, ha certificato la spiccata dicotomia gestionale all’interno della Filmauro, solo in parte giustificata da bilanci societari agli antipodi: da una parte si continua ad investire e a vincere, dall’altra si naviga a vista nel limbo della mediocrità, senza alcuna visione programmatica. Un principio corroborato anche dalle dichiarazioni rese da Aurelio De Laurentiis a margine del suo secondo Scudetto, annunciando ingenti investimenti per centro sportivo e stadio: «Speriamo che sia solo l’inizio di una continuità che dal Nord stiamo cercando di portare al Sud. Abbiamo raccolto il Napoli in Tribunale, l’abbiamo portato a questi livelli e da 15 anni siamo in Europa. Stiamo lavorando per fare una squadra ancora più forte e competitiva, aggiungeremo calciatori di altissimo livello».

Il secondo polo

Nel secondo polo della Filmauro invece il clima è diametralmente opposto. Tutto tace. Nessuno ha parlato. L’amministratore unico del club biancorosso è assente davanti ai microfoni dal 20 novembre, dunque da oltre 6 mesi. Sono trascorsi 12 giorni dall’ultima gara di Serie B e non vi è ancora alcuna certezza, né sul piano societario in materia di programmi e investimenti, né sul piano tecnico. Sullo sfondo il lavoro ‘nell’ombra’ del ds Magalini. Sul tavolo la priorità è giungere alle conferme di Radunovic e Favilli (proposto un triennale da circa 200mila euro a stagione) e alla possibilità che venga riscattato Maggiore dalla Salernitana. Tra i contratti in scadenza è stato rinnovato quello di Pucino.

Le reazioni

«Il problema non è il secondo scudetto del Napoli in tre anni, né il paragone tra le due storie calcistiche, che a Bari, nessuno ha mai fatto», osserva Aurelio Remini, admin social del forum Solobari. «Il punto – continua – è la totale mancanza di rispetto che, negli ultimi anni, si percepisce nei confronti della tifoseria barese. Una tifoseria privata del diritto di sognare, trascinata in un’apatia senza precedenti. Andare avanti così non ha più senso. La frattura è ormai insanabile. Solo una cessione imminente, anche parziale, affiancata da un progetto serio e da un mercato che punti con decisione alla Serie A, può ridare un minimo di fiducia all’ambiente. Bari vuole vincere. Vuole la sua dignità. Vuole rispetto». Stessa lunghezza d’onda per Antonio Genchi, admin del gruppo social Tutti pazzi per la Bari: «I De Laurentiis da una parte collezionano trofei e scrivono la storia del calcio italiano, dall’altra tengono in ostaggio una piazza che meriterebbe ben altro destino. Bari vuole cambiare e chiede di vincere, senza retro pensieri sulla multiproprietà».

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