Categorie
Bari Cronaca

Bari, le “regole di malavita” nelle videochiamate di Savinuccio dal carcere

Le regole della malavita, fatte di analisi psicologiche, di punizioni, ma anche di salmone recapitato, a beneficio di tutti i detenuti e disposizioni per la gestione del clan all’esterno. Nelle videochiamate dal carcere del “mammasantissima” Savino Parisi, contenute negli atti del maxiprocesso “Codice Interno”, uno spaccato multiforme di un clan, quello dei Parisi, che per la Dda di Bari ha sempre continuato a fare riferimento, come capo indiscusso nonostante la detenzione, a Savinuccio.

Il reggente all’esterno

Il 9 marzo 2023 Savino è in videochiamata con suo figlio Tommy (arrestato anche lui nel maxiblitz del 26 febbraio 2024), ma nello schermo appare anche il fratello di Savinuccio, Giuseppe, detto “Mames”, padre di un altro Savino, quell’Onivas arrestato con Eugenio Palermiti jr, 10 giorni fa, per aver portato armi in discoteca. Dopo aver parlato di altri parenti, Savinuccio raccomanda: «Mames, mi raccomando per piacere, non ti mettere in mezzo a nessun impiccio, mantieni in mano». E poi, a suo cugino: «Mi raccomando, aspetta a me, quando vengo io dobbiamo sistemare qualche cosa». La conversazione termina con la richiesta a suo figlio di mandargli il salmone, una ventina di buste perché nella sala erano in 20.

I programmi

Commentano il costo della carne, scherzano su un futuro da allevatori, ma poi il discorso si fa serio: a Tommy che parla di andare via, suo padre risponde «Chiudiamo prima tutto, chiudiamo tutte le partite giudiziarie, azzeriamo tutto». E al figlio che con la mano insiste, risponde «Va bien, dicono lì, va bien».

La parola data

La conversazione che segue verte su Antonio Busco, quello stesso Busco che con le sue mire espansionistiche aveva causato nel 2018 morti e sangue nel clan Palermiti, storicamente in società con i Parisi. È la compagna di Savinuccio, Rosa Discornia, che gli racconta di una lettera inviata dal carcere nella quale Busco parla male di tutti, «ha messo le parole pesanti», della sua richiesta di soldi e di sua moglie che rivendica un’auto a disposizione: «Se gliel’ha promessa, gliela deve dare», sentenzia lui.

Le questioni private

Tra promesse di intervento per sistemare casa di Rosa, «ci vuoi sempre tu – le dice lei – la chiave di San Pietro» e regali di comunione, la conversazione del successivo 17 agosto con il figlio Tommy, fornisce agli inquirenti una summa del “rapporto sociale” all’interno del clan criminale: «Disonorato – dice Savino di Fabio Fiore, a lungo autista e amico di famiglia, ma che negli ultimi tempi se ne è allontanato – l’ho cresciuto come un figlio. Quando si nutre un sentimento è difficile cacciarlo, dici “come cazzo è?”, non per un tornaconto, stiamo parlando di un sentimento». E poi: «pure quell’altro che se ne è andato, voglio capire chi è subentrato, cosa lo ha portato a fare queste cose? Dove è stato messo lo zuccherino? Tommaso, io ero piccolo quando facevo le trappole, questi quando fanno le trappole, abboccano facilmente, non riescono a capire, le tentazioni … lì bisogna essere forti, quando vieni tentato…». E ancora: «Quelli buoni rimangono, quelli di passaggio che bisogna correggere, noi ce la metteremo tutta per correggerli … se ce la facciamo è buono, se non ce la facciamo … È dovere fargli capire l’ammanco, l’errore, dove sta».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version