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Chiavi a Francesca Albanese, è polemica: il centrodestra chiede la revoca. Il Pd: «Bari è città di pace»

Alcuni esponenti baresi del centrodestra hanno chiesto, in una lettera recapitata al sindaco Vito Leccese, di non consegnare le chiavi della città a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi che è stata sanzionata dagli Usa perché accusata di promuovere una campagna politica ed economica contro gli Stati Uniti e Israele.

La cerimonia di consegna, ha annunciato nei giorni scorsi il primo cittadino, si terrà lunedì prossimo, 4 agosto.

Oggi, in una lettera firmata dai consiglieri comunali di Bari, dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia Michele Picaro e dal senatore Filippo Melchiorre, gli esponenti di centrodestra affermano che «Albanese è una figura divisiva e controversa» e che il sindaco «dovrebbe preoccuparsi della città invece di pensare alle dinamiche internazionali» sottolineando che «la politica internazionale debba essere fatta dal governo nazionale, l’amministrazione comunale dovrebbe invece pensare ai problemi quotidiani, per esempio a rendere meno conflittuale il percorso che sta portando alla scelta del candidato presidente di Regione per il centrosinistra».

Il sindaco Leccese, nel ricevere la missiva, ha evidenziato che la consegna delle chiavi della città di Bari a Francesca Albanese «non esclude il fatto che possa occuparmi delle questioni che riguardano i cittadini».

Leccese assicura che «leggerò la lettera con grande attenzione come ho sempre fatto» ma «il conferimento delle chiavi non mi distoglie dalle emergenze della nostra città», ha concluso.

Un plauso alla decisione di Leccese arriva dal Partito democratico della Puglia che – in una nota firmata dai segretari regionale Domenico De Santis, provinciale Giuseppe Giulitto e cittadino Gianfranco Todaro – afferma che «la scelta del sindaco Vito Leccese di consegnare le chiavi della città a Francesca Albanese è un atto simbolico e coraggioso, che conferma la vocazione internazionale, democratica e solidale di Bari. Una città che non ha mai avuto paura di alzare la voce per la pace, i diritti umani e la giustizia globale».

Per gli esponenti dem «le accuse rivolte oggi» dal centrodestra al sindaco «sono il sintomo di una visione miope e provinciale che tenta di ridurre la portata di un gesto che parla al mondo. Francesca Albanese – evidenziano – non è un’opinionista qualsiasi: è una rappresentante delle Nazioni Unite, incaricata di monitorare una delle crisi più gravi e dimenticate del nostro tempo. Chi contesta la sua presenza, dovrebbe avere il coraggio di leggere i suoi rapporti anziché gridare allo scandalo sulla base di slogan o pregiudizi».

De Santis, Giulitto e Todaro affermano che «noi preferiamo un’idea opposta: quella di una città che si affaccia sul Mediterraneo e rivendica il diritto di essere protagonista di una visione diversa, fondata sul dialogo, sul diritto internazionale e sulla dignità di ogni popolo. Bari è e resterà una città di pace».

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