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L’Alta Murgia diventa geoparco mondiale Unesco: «Un traguardo che ci riempie di orgoglio»

La proclamazione è arrivata: il territorio del Parco nazionale dell’Alta Murgia e delle Premurge entra ufficialmente nella prestigiosa rete dei Geoparchi mondiali dell’Unesco. Il riconoscimento, atteso da mesi, è stato ratificato oggi dal comitato esecutivo dell’organizzazione internazionale, rendendo il MurGeoPark il 12° geoparco italiano e l’ennesimo tesoro ambientale riconosciuto a livello globale.

La valorizzazione

Un traguardo importante, che celebra la straordinaria ricchezza geologica, paleontologica e naturalistica dell’Alta Murgia, ma che al tempo stesso pone una nuova, urgente responsabilità: valorizzare questo patrimonio in modo concreto, strutturato e continuativo.

«MurGeoPark è ufficialmente un Geoparco Mondiale Unesco. È un traguardo che ci riempie di orgoglio e che rende il nostro territorio patrimonio del mondo», ha dichiarato il commissario straordinario del Parco, Francesco Tarantini.

Un territorio unico al mondo

Il riconoscimento arriva grazie a un dossier scientifico e culturale dettagliatissimo, che ha messo in luce l’unicità geologica del territorio: l’Alta Murgia, assieme al Carso Istriano, è l’ultimo lembo dell’antico continente Adria, schiacciato nei secoli tra Africa ed Europa. Qui si concentrano geositi di inestimabile valore: la “laguna dei dinosauri” di Altamura con le sue 20mila impronte fossili, l’Uomo di Altamura – un Neanderthal perfettamente conservato – le spettacolari doline carsiche del Pulo e del Pulicchio, le miniere di bauxite di Spinazzola, la gravina di Gravina e molto altro.

L’area coinvolge 15 Comuni – da Altamura a Laterza – ed è una miniera inesauribile di testimonianze geologiche, archeologiche e paesaggistiche, capaci di raccontare la storia della Terra e dell’uomo in un linguaggio accessibile a tutti.

Le sfide

Se da un lato questo titolo internazionale rappresenta un’opportunità straordinaria per il turismo sostenibile, la ricerca scientifica e l’educazione ambientale, dall’altro impone scelte chiare e interventi concreti. Non basta il prestigio dell’Unesco: serve un progetto condiviso e ambizioso per la valorizzazione reale del Parco. Occorre potenziare la fruibilità dei geositi, migliorare l’accoglienza, rendere accessibili i percorsi e sostenere le comunità locali che vivono il territorio ogni giorno.

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