Patrizia ha sempre avuto un diario. Dall’adolescenza è il canovaccio della sua quotidianità: umori e malumori si alternano sulle pagine della vita. Quella che, di punto in bianco, imbocca una strada fatta di salite e curve a gomito.
Patrizia Casucci, sposata, madre di 3 figlie e un lavoro in banca a Cassano delle Murge, ad un tratto si trova a fare i conti con una realtà amara. Così, quel diario, diventa il dagherrotipo della sua vita recente. E in quel momento i fogli che un tempo erano appunti spensierati, oggi si intingono della cronaca di giornate in cui “un intruso bastardo” ha fatto irruzione nella sua normalità. Quel diario adolescenziale assume le forme di un libro testimonianza di una donna in lotta.
Patrizia scopre di avere un carcinoma alla mammella. Le crolla il mondo addosso, ma non c’è tempo per lo sconforto, le sue ragazze le regalano una maglia da wonder woman. In fondo, «la paura può anche spingerci alla umana resistenza: ci muove, ci rende consapevoli di ciò che viviamo, ci permette di scoprire in noi innate risorse», scrive Casucci in “L’uragano all’improvviso, diario su un intruso bastardo” edito da Giacovelli.
L’uragano non ha fatto i conti con il sole che splende dentro Patrizia. Non ci sono più segreti, le sue giornate non sono nascoste al lettore, sono volutamente svelate. Perché di tumori “spesso si evita di parlarne: niente di più sbagliato, secondo me”, puntualizza l’autrice.
Ecco la terapia di Patrizia. Prim’ancora dei cicli di chemio, lei sa che per affrontare un calvario clinico bisogna parlarne, bagnarsi di ottimismo, farsi aiutare anche dalle operatrici dell’associazione “Una rosa blu per Carmela” (a cui Patrizia ha deciso di devolvere il ricavato delle vendite del suo libro). E questa non è solo una terapia per sé ma anche per chi sta affrontando il suo stesso male. Nasce così questo racconto intimo, una copertina illustrata con Patrizia a bordo di una Vespa e il suo meticcio Vasco a farle compagnia in sella. Quella simpatica bestiolina che con il marito, le figlie, le amicizie più strette, hanno idealmente formato un cordone d’affetto attorno a lei. Per tutti l’obbligo è sorridere, non c’è il tempo per piangere.
Il libro di Patrizia Casucci è un racconto cronologico, le date salienti accompagnano il lettore nelle giornate dell’autrice: le visite dai medici, le sedute della terapia, i preparativi del matrimonio della figlia Mariantonietta, poi la sala operatoria, ma anche la gioia di un concerto allo stadio, oppure i dolori che si alternano ai sorrisi. E quei sorrisi, alla fine, vincono sulle lacrime. Perché Patrizia urla dentro di sé: “Basta! Mi impongo di pensare positivo!”.
Questo è l’insegnamento che Casucci dispensa dalle pagine del suo libricino. «Come un uragano la malattia arriva all’improvviso, ci trascina, ci imprigiona, non la cerchiamo noi, non è una cattiva azione volontaria, di cui vergognarsi… Da soli è difficile vincere una guerra. Perciò aprite le braccia agli altri, lasciare che le emozioni non rimangano chiuse nel cuore. Forza, forza e tanto ottimismo, il resto verra da sé», scrive convinta..