Provocatore, polemista, voce scomoda del panorama mediatico italiano. Giuseppe Cruciani torna in libreria con Ipocriti (Cairo), un pamphlet che raccoglie e amplia le riflessioni portate ogni giorno al microfono de La Zanzara, il programma di Radio24 che conduce insieme a David Parenzo. Nel mirino, i bersagli che da anni animano le sue battaglie: il femminismo estremo, il fondamentalismo LGBT, l’antifascismo di maniera, l’ipocrisia nei confronti della legalizzazione della cannabis e la costante delegittimazione delle forze dell’ordine. «Non ho la pretesa di cambiare le idee agli altri – spiega Cruciani – ma credo che in Italia ci sia bisogno di voci che vadano controcorrente».
Il 31 agosto lo speaker sarà in Puglia, ospite di Libri nel Borgo Antico a Bisceglie.
Partiamo dal suo nuovo libro, “Ipocriti”. È il seguito naturale del precedente, “Via Crux”?
«Assolutamente. Questo libro è il frutto di alcune riflessioni che avevo già sviluppato alla radio. Parlo di temi che mi stanno a cuore, come il femminismo estremo, il conservatorismo, il fondamentalismo LGBT e l’antifascismo da operetta. È un ampliamento di quanto già detto in radio, ma messo nero su bianco. E poi c’è un capitolo sull’ipocrisia in Italia: dalla legalizzazione della cannabis all’atteggiamento contro le forze dell’ordine».
“Ipocriti” racconta la società moderna o cerca di cambiare le idee di chi legge?
«Non ho la pretesa di cambiare le idee agli altri. Se qualcuno si prende il disturbo di ascoltare quello che dico e magari si fa due domande, tanto meglio. Non sono un guru e non dico che ciò che penso sia la verità assoluta. Però credo che in Italia ci sia un disperato bisogno di voci controcorrente. Il problema è che ci hanno fatto credere che il pensiero della comunicazione, dei giornalisti, dei “maestri” sia il pensiero del popolo. Ma non è così».
Parliamo di ipocrisia. Qual è l’ipocrisia più intollerabile della destra e della sinistra?
«La destra ha questa fissazione della guerra contro tutte le droghe, come se fossero tutte uguali. Ma è anche quella che annuncia cose che poi non fa mai. La sinistra, invece, è la più ipocrita. Si autoproclama inclusiva, bonista, democratica, ma poi agisce in modo esattamente opposto. Il loro è il monopolio della verità, della scienza, della moralità. Quando qualcosa la fanno loro, è giusto; quando lo fa qualcun altro, è un crimine».
Veniamo alla Puglia. Che ne pensa dell’esclusione di Israele dalla Fiera del Levante?
«È una scemenza, un gesto di bandiera. Una follia. Vogliono farsi belli con certi settori dell’opinione pubblica cercando di accaparrare consensi, ma la verità è che nessuna azienda israeliana aveva intenzione di partecipare. Sono gesti vuoti, mosse di propaganda, proprio come dare le chiavi della città a Francesca Albanese».
L’ultima volta che è stato a Bari è stato in occasione della Ripartenza di Porro. Dopo le polemiche con Leccese, pensa che il giornalista manterrà la promessa di portare l’evento lontano da Bari?
«Se l’ha detto, lo farà. Non c’è dubbio. Bari perde qualcosa, perché un evento di rilevanza nazionale porta sempre gente e soldi. Ma se uno non è contento del posto in cui sta, è giusto che se ne vada. Credo che la città non abbia fatto nulla per tenersi l’evento».
In Puglia stanno arrivando le Regionali. Decaro, Emiliano, Vendola… come la vede?
«Decaro ha chiesto garanzie per escludere Vendola e Emiliano dalla partita, ma è una mossa che suona bizzarra. Un politico che punta alla presidenza della Regione che mette veti su altri che si devono candidare in lista? Evidentemente vuole evitare che altre figure ingombranti possano interferire. Nel piccolo dei giochi di potere la cosa ha un suo senso: non vuole essere l’anatra zoppa. Però è un calcolo che non ha nulla a che fare con le reali necessità della gente comune in Puglia».
Parliamo della Zanzara. Come è cambiato il suo programma radio negli anni?
«Non è che abbiamo cercato di cambiare il programma. Le cose cambiano da sole. Le persone cambiano, i tempi cambiano, la comunicazione cambia. Noi ci siamo evoluti in base ai cambiamenti del pubblico, ai social, e anche alla necessità di fare divertire la gente. È tutto in movimento, non ci possiamo restare fermi. Oggi la Zanzara sono due conduttori che quotidianamente esprimono in diretta i loro umori».
Sembra un po’ più attento di prima sul fatto che in trasmissione si parli esplicitamente di sesso. Ha ricevuto qualche pressione?
«Ma no, non è questione di pressioni. Abbiamo già esplorato il sesso in lungo e in largo, in tutte le sue sfaccettature. A un certo punto finisce, non è che puoi continuare a raccontare per sempre gli stessi dettagli. Oggi parliamo di altro: i nuovi personaggi che arrivano, i fenomeni sui social, OnlyFans. Di sesso parliamo ancora, ma in maniera diversa. Non perché non vogliamo, ma perché non ce n’è più bisogno. Su quel terreno abbiamo già dato, e non ce ne frega più nulla di insistere».
Lei ha sempre una visione molto libera dei rapporti. Il tradimento arriverà a essere considerato una cosa normale nella società del futuro?
«Dipende. Una cosa è avere un amante con cui c’è solo “ginnastica sessuale”, un’altra è avere un amante con cui nasce una relazione più profonda. Io non credo molto al poliamore, cioè all’idea di poter amare due persone contemporaneamente, ma esistono persone a cui succede. La società, però, paradossalmente diventa sempre più conservatrice: il tradimento continua a essere visto come una tragedia, e i social amplificano questa percezione. In realtà non dovrebbe essere così. E su questo mi trovo d’accordo anche con Papa Leone, che ha detto chiaramente che un tradimento non deve necessariamente portare alla fine di un rapporto».
Per chiudere, come va la tournée teatrale della Zanzara?
«Abbiamo già avuto due sold-out. Ora ci prepariamo a un autunno caldo, con 12-13 appuntamenti fino a dicembre. Saremo anche a Bari, il 30 novembre, al Teatroteam. Ogni spettacolo è una nuova occasione per stare con il pubblico, per fare la Zanzara dal vivo. Ci sono scenografie, monologhi e alcuni dei personaggi che già ci accompagnano in radio. La risposta è ottima e con Parenzo ci stiamo divertendo».