Indiano 38enne ucciso nell’ex ospedale di Ceglie del Campo: tre arresti, coinvolti minorenni

Tre persone, tra cui due minori, sono state arrestate perché ritenuti responsabili dell’omicidio di un 38enne indiano, ucciso in un ex ospedale abbandonato a Ceglie del Campo il 31 maggio scorso.

Gli agenti della polizia di Bari hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip del tribunale del capoluogo pugliese e dal gip del tribunale dei minorenni, su richiesta delle competenti Procure della Repubblica.

La vittima era stata trovata in un ex ospedale abbandonato, alla periferia di Bari. Per terra alcuni materassi e coperte tra rifiuti e sporcizia. Un alloggio di fortuna. Il 38enne, secondo le iniziali indagini, sarebbe stato vittima, per le modalità in cui è stata eseguita, di una “spedizione punitiva“.

I fatti

La sera del 31 maggio, i tre indagati raggiunsero a piedi l’edificio abbandonato, in via Giovanni De Candia, nel quale abitavano il cittadino indiano e altre persone senza fissa dimora, di nazionalità indiana, pakistana ed italiana.

Per ragioni non ancora chiarite, dopo aver richiamato l’attenzione degli occupanti della struttura e aver ottenuto la presenza della vittima, e dopo un breve scambio di battute, probabilmente animato, avrebbero esploso al suo indirizzo due colpi di arma da fuoco, con una pistola a salve modificata, calibro 9 millimetri, un’arma clandestina. Il secondo proiettile centrò in pieno petto la vittima, provocandone una morte rapida.

Le indagini svolte dalla squadra mobile della Questura di Bari e richiamate nei provvedimenti cautelari, si sono fondate, tra l’altro, sulle audizioni dei testimoni oculari, sull’esame delle immagini di video sorveglianza acquisite, sulle intercettazioni telefoniche che hanno interessato i presenti all’interno della struttura abbandonata al momento del fatto e le persone sottoposte alle indagini.

Al maggiorenne sono state contestate anche le aggravanti della minorata difesa e dell’aver agito in concorso con minorenni. I giudici non hanno condiviso l’aggravante della premeditazione contestata dalla Procura.

Nell’ambito del procedimento risultano indagate altre tre persone che avrebbero garantito al gruppo di fuoco una pronta via di fuga, presidiando la zona e mettendo a disposizione l’auto di uno di loro, per allontanarsi repentinamente dalla località di Ceglie del Campo.

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