SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Il Locus fa boom con David Byrne: l’icona dei Talking Heads inaugura l’edizione 2026 del festival a Bari

David Byrne torna in Italia come si entra in un laboratorio segreto: portandosi dietro idee, visioni, domande. E non è un caso che a inaugurare il Locus Festival 2026 — il 23 giugno alla Fiera del Levante di Bari, unica data al Sud — sia proprio lui, uno che da cinquant’anni gioca con i confini…
l'edicola

David Byrne torna in Italia come si entra in un laboratorio segreto: portandosi dietro idee, visioni, domande. E non è un caso che a inaugurare il Locus Festival 2026 — il 23 giugno alla Fiera del Levante di Bari, unica data al Sud — sia proprio lui, uno che da cinquant’anni gioca con i confini tra pop, arte concettuale e teatro come fossero plastilina.

Byrne non fa mai un semplice tour. Byrne mette in scena un mondo. E questa volta il mondo si chiama «Who Is The Sky?», nuovo progetto multiforme, metà concerto e metà immersione mentale, che anticipa l’album in uscita nel 2026.

Il ritorno di un visionario

Dopo l’epopea luminosa di American Utopia, passata da disco a spettacolo di Broadway e poi a film di Spike Lee, Byrne riparte da una domanda elementare e vertiginosa: cosa c’è sopra di noi? E soprattutto: cosa rimane quando tutto il resto cambia? Nel nuovo show ci saranno le canzoni inedite nate dalla collaborazione con Kid Harpoon, produttore che ha ridefinito il pop degli ultimi anni (da Harry Styles a Florence + The Machine).

Non è un incontro banale: Harpoon asciuga, Byrne espande. Il risultato è un suono che vibra, gioca, respira, unisce introspezione e immediatezza senza perdere quell’ironia cosmica che è ormai un marchio di fabbrica. Le nuove tracce — dai bozzetti filosofici di «My Apartment Is My Friend» ai racconti surreali di «I Met the Buddha at a Downtown Party» — sembrano piccoli film girati con una lente divertita, quasi una colonna sonora per l’umanità disorientata del nuovo decennio.

Nel disco compaiono anche ospiti di lusso: Hayley Williams, St. Vincent, Tom Skinner degli Smile. E sul lato ritmico torna Mauro Refosco, fedele complice che da anni porta nella musica di Byrne quel tocco brasiliano a metà tra rituale e improvvisazione.

Su il sipario

Bari, intanto, si prepara a un’apertura di festival che somiglia più a un rito collettivo che a un semplice concerto. Byrne ha sempre trattato il palco come un organismo vivo: luci che si muovono come attori, performer che diventano sculture mobili, un senso di gioco che fonde danza, teatro e pop senza mai diventare didascalico. È l’artista perfetto per l’edizione del Locus dedicata a Miles Davis e alla sua massima: «Don’t play what’s there. Play what’s not there».

Byrne non suona ciò che c’è. Suona ciò che ancora non immagini. E forse è proprio questo il punto: «Who Is The Sky?» non è una domanda da risolvere. È un orizzonte da attraversare insieme, per una sera, sotto il cielo di Bari.

CORRELATI

Bari, Cultura e Spettacoli","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[476932,476019,475874],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!