I primi interventi sono previsti per il ponte Garibaldi situato tra via Giuseppe di Vagno e via Apulia. Al di sotto del cavalcavia, nei giorni scorsi si è verificata una caduta di calcinacci dai pilastri. E proprio dal ponte sono partite infatti, le prime indagini per valutare lo stato dei piloni. Sono state comunque esclusi rischi di natura statica.
Ora, è in corso di aggiudicazione un accordo quadro di durata triennale per l’affidamento dei servizi di ingegneria relativi alla classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti della città di Bari.
Le analisi delle strutture partiranno proprio dal ponte Garibaldi per il quale si cercherà di capire gli interventi da effettuare affinché torni agibile entro la fine dell’anno. L’investimento per l’esecuzione dei servizi di ingegneria è fissato in 500.000 euro.
Gli altri ponti
Non sono tanti i ponti in città, ma diversi sono i limiti che li caratterizzano. Alcuni sovrastano le ferrovie, altri sono costruiti su interferenze naturali, altri hanno limiti infrastrutturali perché magari costruiti su strade private. Il primo ponte sorto a Bari è stato il ponte «XX Settembre», che collega il corso centrale Cavour con viale Unità d’Italia e sovrasta i binari della stazione centrale. Fu inaugurato nel 1970. A seguire nel 1972, fu costruito proprio il ponte Garibaldi che collega il rione Japigia con il lungomare. Nel 1975 invece nacque il ponte San Pio che collega via Omodeo con via Magna Grecia. Proprio questo poi, date le sue condizioni in via di peggioramento, sarà demolito non appena verrà completato il tunnel a quattro corsie e con passaggio pedonale che collegherà il rione San Pasquale con Japigia. Il ponte San Pio, solo dopo il completamento del tunnel sarà demolito e ricostruito con un’infrastruttura più moderna. Infine, a Bari ci sono il ponte di via Solarino detto anche «del Policlinico» nato nel 1976 e ampliato solo qualche anno fa con la costruzione di uno svincolo e una rotatoria che permettono un collegamento rapido con il rione Poggiofranco e il modernissimo ponte Adriatico che mette in comunicazione via Tatarella con la centrale via Tommaso Fiore.
Gli interventi di monitoraggio
Dunque, dati i fattori geomorfologici e l’ incremento del traffico di questi anni, che ha determinato un utilizzo maggiore dei ponti, l’amministrazione, ora, per capire quale sia il reale stato delle strutture dovrà tener presente le linee guida e l’approccio multilivello definiti dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Solo così si potrà valutare correttamente il livello di rischio di ogni ponte e le risorse potranno essere distribuite al meglio per realizzare gli eventuali interventi.
Le valutazioni
Nello specifico secondo l’accordo quadro l’amministrazione dovrà individuare un operatore economico specializzato nella verifica delle condizioni di sicurezza dei ponti. Per ogni struttura sarà analizzato non solo il livello di rischio, ma anche la tipologia. Si potrà parlare di rischio strutturale, sismico, idraulico o rischio frane. In conclusione l’accordo quadro consentirà all’amministrazione comunale di programmare l’esecuzione degli interventi in relazione alle effettive esigenze di ogni infrastruttura.