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Gravina in Puglia, la pitbull Tequila trovata morta con segni di sevizie: scatta la denuncia in Procura

«Chi sa parli». È l'appello che la Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc) Animal protection rivolge a chiunque sappia qualcosa in relazione all'atroce uccisione di Tequila, una femmina di pitbull smarrita il 30 agosto scorso in zona Prezzano, in contrada Graviglione a Gravina in Puglia. Il corpo dell'animale è stato trovato con evidenti…
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«Chi sa parli». È l’appello che la Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc) Animal protection rivolge a chiunque sappia qualcosa in relazione all’atroce uccisione di Tequila, una femmina di pitbull smarrita il 30 agosto scorso in zona Prezzano, in contrada Graviglione a Gravina in Puglia. Il corpo dell’animale è stato trovato con evidenti segni di sevizie: orecchie amputate, coda strappata, scorticature sul dorso e gravi ferite, come confermato dalla veterinaria incaricata dall’Asl.

La Lndc Animal protection ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica e chiede che i responsabili vengano individuati al più presto lanciando anche un appello affinché qualsiasi segnalazione venga fatta allo sportello legale dell’associazione avvocato@lndcanimalprotection.org.

Tequila, spiegano dall’associazione, “non era un cane aggressivo, ma un animale mite e socievole, incapace di reagire alla violenza subita. Proprio questa sua indole buona – proseguono – rende ancora più atroce la sua uccisione, che attesta l’esistenza di una o più persone capaci di una crudeltà inaccettabile e socialmente pericolosa, non solo per gli animali ma per l’intera comunità”.

La Lndc Animal protection sollecita anche l’acquisizione delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza eventualmente presenti nei pressi dell’abitazione della famiglia di Tequila e del luogo in cui è stato ritrovato il suo corpo, così da fare piena luce sulle circostanze dello smarrimento e della successiva uccisione.

«Siamo di fronte a un crimine di una gravità inaudita, un atto di barbarie che non può restare impunito», afferma Piera Rosati, presidente nazionale di Lndc Animal protection. «Chi è in grado di infliggere torture simili a un animale indifeso rappresenta un pericolo concreto per tutta la società», aggiunge.

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