Gli studenti dell’Università di Bari hanno incontrato, stamattina, il rettore Roberto Bellotti durante la manifestazione organizzata a sostegno della Global Sumud Flotilla e della popolazione palestinese.
Ragazze e ragazzi di Cambiare rotta hanno fatto irruzione in alcune aule e fermato le lezioni per chiedere ai professori di unirsi a loro nella protesta. Si sono poi riuniti davanti al rettorato per chiedere a Bellotti di prendere «posizione affinché Israele vada fuori dall’Università».
Una delegazione degli studenti di Cambiare Rotta ha poi incontrato il rettore, insieme al consigliere di amministrazione dell’università e a uno dei pro rettori.
«Continuano a esserci accordi tra Israele e l’Università di Bari – hanno fatto presente gli studenti – ed è tempo di andare oltre la semplice solidarietà. Bisogna rompere qualunque accordo. Inoltre l’università dovrebbe inviare tutti i suoi dipendenti ad aderire allo sciopero generale del 3 ottobre».
Il rettore ha risposto, in merito alla prima richiesta, di avere un «documento già approvato dal Senato accademico che riguarda tutti gli accordi sul comparto bellico. È necessario aumentare il livello di attenzione su questo», ha detto. «Registrerete un cambio di passo deciso – ha promesso poi Bellotti – e troverete nella prossima struttura di governance una delegata per le ricerche sulla pace, con un osservatorio a composizione mista. Ci sarà un cambio di passo anche in merito alle borse di dottorato».
Riguardo allo sciopero generale il rettore ha spiegato che «ha una partecipazione volontaria quindi non possono esserci segnali di adesione individuale». Gli studenti hanno anche chiesto di poter far parte del nuovo osservatorio, richiesta subito accolta dal rettore.
«L’osservatorio sulla pace è un’azione di altissima priorità. Ho già dato mandato a una docente di Scienze politiche di mettersi in contatto con i nostri uffici e il coordinatore del Centro ricerche per mettere a punto uno statuto, la cui bozza potrebbe essere pronta entro due settimane», ha detto Bellotti. «Troverete un punto all’ordine del giorno di tutti i prossimi Senati accademici – ha aggiunto – il monitoraggio di quello che sta succedendo ed eventuali nuove prese di posizione della comunità universitaria contro la guerra a Gaza. Ma è necessario passare dal Senato accademico per effettuare questi passaggi – ha chiarito -. Ogni volta in cui vorrete essere ascoltati sarà possibile farlo. È fondamentale per noi avervi tutti presenti, per sentire tutte le voci – ha concluso Bellotti – anche quelle in minoranza».
Gli studenti hanno manifestato al rettore l’esigenza che l’università prenda posizione «con una dichiarazione pubblica, con uno striscione, o in qualunque altra forma per tutta la comunità accademica e non solo per gli studenti».
Gli universitari baresi, come avevano annunciato, hanno occupato un’aula al secondo piano del palazzo Ateneo. Qui inneggiano a Gaza e sulla lavagna hanno scritto “Block the university, all eyes on the Flotilla“.
In tanti issano bandiere palestinesi, alcuni indossano la kefiah, altri gridano lo slogan “blocchiamo tutto” invitando a una massiccia partecipazione allo sciopero generale proclamato per il 3 ottobre.
«Le prese di posizione fin qui fatte da UniBa per noi non sono sufficienti – spiega la studentessa Rosangela Pavone -. C’è stata una presa di posizione da parte dell’ex rettore Stefano Bronzini, ma comunque timida. È stato deciso di bloccare solo alcuni accordi con Israele, non ci accontentiamo. È necessario che la lotta continui fino a quando tutte le intese non saranno sospese».