Nuovo botta e risposta, davanti alle telecamere, tra il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e il procuratore di Bari Roberto Rossi.
Come già era accaduto a febbraio scorso in una trasmissione di TeleBari, i due si sono confrontati – questa volta su Antenna Sud – sulla riforma della giustizia e, in particolare, sulla separazione delle carriere.
Il dibattito è rapidamente sfociato in accuse reciproche dopo che Sisto ha richiamato il nome di Giovanni Falcone come ispirazione per la linea riformista del governo. Il procuratore Rossi ha reagito duramente, affermando: «Usate Falcone come una clava, è una vergogna. È facile far parlare i morti», accusando l’esecutivo di condurre una «campagna contro i magistrati». Il viceministro ha replicato chiedendo al procuratore se intendesse dire che fossero in malafede. Secca la risposta di Rossi: «Sì. Mi dispiace. Su questo siete in malafede».
La dichiarazione ha provocato la reazione immediata di Sisto, che ha ribattuto: «La prendo come un’offesa grave. Io non sono affatto in malafede. Sostengo questa riforma da quando ero avvocato, perché ritengo che la distinzione tra chi giudica e chi accusa debba essere netta. È un principio scritto nell’articolo 111 della Costituzione, e dovete applicarla». Il viceministro ha poi aggiunto che «chi tenta di ostacolare il percorso parlamentare della riforma agisce con malafede». Il procuratore Rossi ha concluso replicando: «Ma quali ostacoli? Esprimiamo il nostro pensiero, anche se non vi piace».