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Giustizia, il sistema App per il processo telematico non funziona. Il procuratore di Bari: «È mal progettato»

Il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ha autorizzato il deposito e la redazione di atti giudiziari in formato analogico poiché il sistema informatico App per il processo telematico «è malfunzionante» e «compromette il regolare svolgimento dell'attività giudiziaria». Ma soprattutto, afferma il procuratore, è «mal progettato (anche per assenza di un lavoro di analisi accurato) e…

Il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ha autorizzato il deposito e la redazione di atti giudiziari in formato analogico poiché il sistema informatico App per il processo telematico «è malfunzionante» e «compromette il regolare svolgimento dell’attività giudiziaria». Ma soprattutto, afferma il procuratore, è «mal progettato (anche per assenza di un lavoro di analisi accurato) e non sperimentato adeguatamente».

Rossi ha rilevato in un provvedimento come il sistema sia molto lento, non ci siano scanner per la scansione degli atti, non vi sia stata una «seria formazione del personale» e i fascicoli «non caricati originariamente in Procura con App» non sempre «vengono visionati dal giudice del dibattimento».

Inoltre problematiche come l’instabilità della rete e del sistema, che soffre di «improvvisi e frequenti crash dell’applicativo», «l’impossibilità di operare multitasking con più file», la «frequenza di errori di sistema o imprevisti, con conseguente rallentamento delle tempistiche di ending del flusso», secondo il procuratore non sono stati risolti.

Il procuratore rileva ancora che, se nel portale notizie di reato vi sono dei dati mancanti o errati il sistema si blocca, e che la procedura di correzione richiede tempi lunghi «incompatibili con le procedure inerenti la libertà personale», oltre a ad altre difficoltà legate alla mancata dotazione di computer e schermi idonei nelle aule.

Le autorizzazioni alla firma per le nuove iscrizioni, poi, «possono essere concentrate solo sul procuratore e un suo delegato», una circostanza «incompatibile con la logica» e «con le modalità organizzative dell’ufficio della Procura di Bari». Il provvedimento è valido fino al 30 maggio e segue il precedente, sullo stesso argomento, disposto a metà gennaio.

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