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Bari Cronaca

Frode milionaria sui bonus edilizi nel Barese, gli indagati non rispondono al gip

Le nove persone arrestate lunedì da carabinieri e guardia di finanza di Bari nell’ambito di un’inchiesta su una presunta frode sui bonus edilizi, si sono avvalse della facoltà di non rispondere.

Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere, emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio. Da maggio a novembre 2021 avrebbero percepito indebitamente crediti d’imposta per 17,2 milioni di euro.

Gli interrogatori si sono svolti oggi davanti alla gip di Bari Antonella Cafagna e al pm Giovanni Calamita: in carcere è finito il 47enne imprenditore Giuseppe De Scala, in passato già condannato anche per furti in appartamento; ai domiciliari ci sono anche il padre Aniello, il fratello Michele e la madre Maria Frappampina, insieme al commercialista Alessandro Vigilante.

Questi, assistito dagli avvocati Federico Straziota e Michele Laforgia, ha rilasciato dichiarazioni spontanee in cui ha affermato di aver cessato qualsiasi rapporto con gli altri indagati a ottobre 2022, in seguito ad alcune perquisizioni effettuate dagli inquirenti.

Ai domiciliari ci sono anche Andrea Ragone, Vito Vischi, Giovanni Regina e Francesco D’Ambrosio: tutti loro, secondo l’accusa, avrebbero avuto un ruolo nell’associazione che, dopo aver ricevuto i crediti d’imposta, li avrebbe ceduti a Poste italiane, ricevendo in cambio bonifici (al netto delle commissioni) per 13,8 milioni.

I crediti sarebbero stati erogati per operazioni di ristrutturazione mai eseguiti, così come inesistenti erano gli immobili stessi su cui effettuarle. Sparsi, almeno sulla carta, tra Bari e la provincia.

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