Categorie
Attualità Bari

Flotilla, il giornalista D’Agostino: «In carcere trattati come terroristi» – L’INTERVISTA

Lorenzo D’Agostino, il giornalista barese che ha partecipato alla missione della Global Sumud Flotilla si trova ora a Roma, dopo non aver dormito per vari giorni e le sue parole, come del resto tutte quelle degli altri attivisti, sono chiare, non lasciano spazio a dubbi. Lorenzo rientrerà a Bari domenica per festeggiare il suo trentasettesimo compleanno.

Come si sente, innanzitutto?

«Meglio in quanto ho avuto notizie in merito alle ultime liberazioni ma il mio pensiero è rivolto a chi ancora non è tornato e si trova in quell’inferno».

Come è stato trattato durante le ore di fermo da parte delle autorità israeliane?

«Come un terrorista. Hanno aizzato cani contro di noi, non ci hanno dato da bere quasi mai e quelle poche volte dell’acqua calda e imbevibile e ci hanno sottoposto ad ogni tipo di umiliazione».

Per esempio?

«In quella prigione non si dorme e ogni due ore ti svegliano e ti buttano giù dal letto, da quei materassi dove si stava anche in tre, quattro persone».

Vi hanno minacciato con le armi?

«Si, ci hanno puntato contro i fucili, alla testa e al petto, più volte e questo è stato gravissimo».

Che atteggiamento avete avuto davanti alla violenza?

«In quei frangenti non ci siamo mossi, bloccati da un senso di impotenza».

E quando eravate in cella siete rimasti in silenzio?

«No, facevamo rumore. Con battiture di ogni tipo, con i piedi e canti, come Bella Ciao».

Ha assistito, tra le tante cose, a qualcosa che le è rimasta impressa?

«Nella cella c’era un attivista turco, di ventinove anni, a cui avevano rotto un braccio e l’hanno lasciato lì, senza cure e medicine».

Ha notato un trattamento diverso in base alla nazionalità?

«Certo. Gli arabi, i turchi, vengono trattati decisamente peggio rispetto agli italiani, agli europei. Il governo israeliano è razzista, ed è proprio in relazione a questa gerarchia razziale che non ci hanno fatto del male. L’Italia è per loro un Paese amico e non potevano andare oltre».

Ha incontrato l’attivista svedese Greta Thunberg?

«Si, l’ho vista prima di rimpatriare, sembrava molto provata ma piena di forza emotiva».

Cosa prova dopo tutto quello che ha vissuto?

«Rabbia, per la consapevolezza che il Governo italiano è un alleato dello Stato di Israele. È impensabile che ci si volti dall’altra parte. Noi della Flotilla, detenuti in carcere e poi trattati come terroristi, abbiamo provato solo una parte infinitesimale di quello che i palestinesi, martoriati, stanno vivendo».

E adesso che cosa si aspetta?

«Che si comprenda innanzitutto davvero quello che sta accadendo in quella parte del mondo. Sono ancora incredulo di come il nostro Governo non prenda una posizione netta. L’orgoglio è invece sapere che gli italiani, in tantissimi, si sono mobilitati, svegliati di fronte a tali atrocità e ingiustizie e questi sono gli anticorpi necessari per una democrazia».

Lascia un commento Annulla risposta

Exit mobile version