«Un faro per colleghi e pazienti», «Empatico nei confronti dei pazienti», «Estremamente professionale e disponibile». Così alcuni colleghi di Mauro Di Giacomo, fisioterapista ucciso a Bari la sera del 18 dicembre del 2023, lo hanno definito nel corso dell’udienza che si è svolta oggi nell’aula della Corte d’Assise del capoluogo pugliese.
A processo c’è Salvatore Vassalli, operaio di Canosa di Puglia, in carcere con l’accusa di aver ucciso Di Giacomo, fisioterapista in uno studio privato e osteopata del Policlinico di Bari, ucciso a pochi metri dalla sua casa di via Tauro nel quartiere Poggiofranco del capoluogo pugliese con sei colpi di pistola. Sparati secondo l’accusa da Vassalli, a cui sono contestate le aggravanti della crudeltà, della premeditazione, della minorata difesa della vittima e dei futili motivi.
Vassalli avrebbe nutrito un forte rancore nei confronti di Di Giacomo per una causa civile che sua figlia, negli anni precedenti, aveva intentato contro il fisioterapista, accusato di averle procurato delle lesioni permanenti dopo una manipolazione. La vittima fu aggredita poco dopo aver parcheggiato l’auto. Dopo aver esploso i colpi, Vassalli avrebbe infierito sul corpo del fisioterapista colpendolo per quattro volte alla testa, presumibilmente con il calcio della pistola.
«Mauro Di Giacomo era un professionista eccellente, lo conoscevo da 30 anni. Ancora oggi chiamano dei pazienti che piangono, per chiedere chi può prenderli in carico», ha ricordato la fisioterapista Alessandra Dinoi, ascoltata come testimone. Il processo proseguirà nella prossima udienza del 3 aprile.