«È con orgoglio ed emozione che vi do il benvenuto all’88esima edizione della Fiera del Levante». Così la presidente della Fiera del Levante, Simonetta Lorusso, inaugurando l’88esima edizione della Campionaria cominciata ieri a Bari.
Un numero che, se rovesciato, «diventa il simbolo dell’infinito, quasi a ricordarci che il tempo di questa fiera non è un percorso concluso ma si rigenera di generazione in generazione», ha detto Lorusso.
La Fiera ha accolto la vita politica, economica e culturale del Paese, ha ricordato. Il quartiere fieristico «è stato ed è ancora» un ponte naturale tra Oriente e Occidente. Una Fiera che «ha continuato a parlare al mondo: nessuna guerra è giusta. Lo scambio e la conoscenza sono la via per costruire il futuro».
Dalla Fiera partono le istanze di un Sud attivo e propositivo, «con la Puglia in testa a fare da traino», ha proseguito la presidente che ha ringraziato il governatore Michele Emiliano che, «con lungimiranza ha voluto insediare il Fiera il polo delle arti, della cultura e del turismo. La Fiera è tornata a essere cittadella dell’innovazione». Non è più, dunque, solo un luogo di esposizione, ma un quartiere che ogni giorno «produce idee, competenze, connessioni».
Lorusso ha poi annunciato che i primi quattro padiglioni utilizzati durante l’emergenza Covid sono stati restituiti all’Ente Fiera. «Stiamo per lanciare un progetto molto ambizioso – ha proseguito -, un nuovo padiglione di 15mila metri quadrati, alto 18 metri. Intervento che sarà fatto con fondi pubblici e privati: sarà uno spazio moderno e flessibile. Sarà un ulteriore tassello importante per restituire alla Fiera del Levante» una promessa di crescita che darà nuovo slancio a Bari e alla Puglia.
Lorusso ha infine ricordato Alessandro Ambrosi. «L’88esima edizione è un ponte tra ciò che abbiamo ereditato e ciò che stiamo costruendo. È un’opera viva che appartiene al futuro», ha concluso.