«Un’azione connotata da spropositata violenza, da sicuro accanimento e da una probabile sovrabbondanza di gesti lesivi rispetto a quanto sarebbe stato necessario a determinarla». In questi termini, la gip del tribunale di Bari, Antonella Cafagna, si esprime nei confronti di Vincenzo Visaggi, il 75enne che il 18 aprile scorso ha ucciso, con almeno 40 colpi di forbici tra torace e addome, sua moglie 74enne Lucia Chiapperini, nella loro abitazione di Mariotto, frazione di Bitonto.
L’ordinanza
Nell’ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto la detenzione in carcere per Visaggi (assistito dall’avvocato Antonio Saracino), descrive tutte le fasi del delitto ed evidenzia le esigenze cautelari che ne rendono necessaria la detenzione in carcere, sebbene abbia superato i 70 anni di età. Esigenze che, in questo caso, devono essere di “eccezionale rilevanza”: «Le circostanze e modalità dell’azione criminosa – evidenzia la gip – consentono di rinvenire esigenze cautelari di tale natura. Non soltanto l’azione omicidiaria è stata espressione di fredda e lucida determinazione – spiega – ma altresì l’indagato ha esibito spietatezza ed accanimento, frutto della convinzione di essere stato ripetutamente tradito nel corso del matrimonio e di non essere il padre dei propri figli nei cui confronti egli, per contro, manifestava a più riprese un cieco risentimento, accusandoli di averlo abbandonato per non essere il loro vero padre».
Il pericolo per i figli
E dunque, per la giudice, quel tipo di pensiero ossessivo, confermato dal tenore dei messaggi mandati subito dopo aver ucciso sua moglie (“siete tutti dei bastardi, morite tutti insieme, bastardi e pezzi di merda”), fa ritenere che non sia «assistito da adeguate remore o controspinte all’azione – scrive ancora la giudice Cafagna – e possa perciò incorrere nella commissione di nuovi reati della stessa indole, per finalità punitive o di ulteriore vendetta a danno della restante parte della famiglia». La misura allora è stata emessa «a salvaguardia dei prossimi congiunti e del pericolo di attentati alla loro vita o incolumità». I figli, subito dopo il delitto, hanno chiesto di essere assistiti all’avvocato Pino Giulitto.
Il delitto
Il femminicidio è stato registrato in diretta dalle telecamere dell’appartamento, dotate di sensori audio, che hanno consentito ai carabinieri di provare quello che è accaduto in quei sette minuti di violenza: l’uomo avrebbe iniziato a inveire contro sua moglie, appena entrata in casa (aveva trascorso gli ultimi due giorni a casa di sua figlia, per paura): l’aveva aggredita quasi subito con forbici da parrucchiere, nel bagno, e avrebbe continuato a colpirla nonostante le invocazioni di Lucia, ormai quasi esanime.