Alla violenza di genere che indica le varie forme di violenza psicologica, fisica, sessuale, gli atti persecutori (stalking), lo stupro, il femminicidio, che riguardano sempre più un vasto numero di persone discriminate in base al sesso, è dedicato per il secondo anno consecutivo, “Femme battue” calendario 2022, realizzato con i lavori di illustratori, donne e uomini di tutto il mondo, che attraverso le loro tavole hanno raccontato la violenza in ogni Paese, con un focus particolare sulla situazione in Afghanistan.
Nello specifico si tratta di quindici tavole che danno vita alla nuova edizione del calendario di Giraffa Onlus (Gruppo indagine resistenza alla follia femminile) realizzato in collaborazione con il centro Librexpression/Libex, il centro euro-mediterraneo della Fondazione Di Vagno diretto dall’economista francese Thierry Vissol, centro che si occupa della promozione della libertà di espressione e di satira politica. Un calendario unico nel suo genere fortemente voluto dall’associazione Giraffa Onlus (che fa parte della rete Reama di Fondazione Pangea Onlus) formata da donne che si occupano di altre donne vittime di violenza insieme con il centro antiviolenza dedicato a Paola Labriola, una casa rifugio denominata Casa dei diritti delle donne e la casa in semiautonomia V.i.t.A. (Vola in piena autonomia).
La vendita del calendario servirà a sostenere il futuro delle donne presenti nella casa in cohousing con l’attivazione di una borsa lavoro o con il pagamento di un corso di formazione, e quindi ad offrire loro la possibilità per riappropriarsi della dignità.
«Anche quest’anno continua la nostra collaborazione con il Centro Libex che ci ha messo a disposizione altre bellissime tavole ove viene illustrata la violenza di genere in tutte le sue declinazioni. Per continuità – dichiara la presidente di Giraffa, Maria Pia Vigilante – il progetto conserva il titolo dell’anno precedente “Femme Battue”, cioè donna maltrattata. Questo perché le donne maltrattate per mano di altri uomini purtroppo non diminuiscono. Al centro del nostro studio quest’anno ci sono le donne afghane proprio per la loro situazione di oppressione che non risparmia loro alcuna specie di violenza maschile. Ci auguriamo che la Comunità internazionale riesca ad essere informata sulla situazione in generale ed eventualmente intervenire, parlarne per tenere alti i riflettori sul dramma che tutta la popolazione vive».
Per informazioni chiamare il numero 080 5741461.