L’ex esponente delle Brigate rosse, Raffaele Fiore, è morto oggi a 71 anni. Nato a Bari il 7 maggio del 1954, Fiore partecipò al rapimento di Aldo Moro il 16 marzo del 1978.
Arrivato la sera prima in treno da Torino, Fiore era uno dei dieci brigatisti che a Roma sequestrarono il presidente della Democrazia cristiana ed era sua l’impronta della mano sulla portiera della Fiat 132 con a bordo il politico.
Fiore venne arrestato a Torino nel 1979 e fu condannato all’ergastolo. Ottenne la libertà condizionata dopo oltre 20 anni di carcere.
Si trasferì al nord ancora minorenne per cercare un lavoro come operaio della Breda a Sesto San Giovanni.
«Dopo una militanza nell’estrema sinistra, era entrato nella colonna torinese delle Brigate rosse con il nome di battaglia Marcello, anche se per i suoi compagni sarà sempre “Cammello“, e la sua prima azione era stato il ferimento del capo officina della Fiat Antonio Munari del 22 aprile 1977 – ricostruisce l’avvocato Steccanella, studioso autore di diversi libri sulle Br -. Si era sposato con Angela Vai, anche lei ex militante della colonna torinese e in seguito insegnante di danza terapia ai bambini, con la quale ha vissuto fino alla morte di lei avvenuta qualche mese fa».
Dopo la scomparsa della consorte, era tornato in Puglia dove è morto a causa di una malattia.
