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Di rosso nelle campagne ci sono solo i conti. Cantatore: «Rischio collasso per il settore»

Ma perché l’Italia viaggia a due velocità anche dove siamo leader nei settori di produzione? La questione tanto è atavica quanto irrisolta. E la cosa fa male, se pensiamo ad esempio, che l’agricoltura, da sempre, è stata un patrimonio del Mezzogiorno. E così la Capitanata va in crisi anche sui i suoi due «gioielli»: grano e pomodoro. Ed è proprio su quest’ultimo che si sofferma Nicola Cantatore, direttore Cia di Capitanata, perché la campagna 2022 si profila difficile.

Direttore, per quale motivo la prossima campagna del pomodoro si preannuncia così difficile?
«Per i produttori foggiani, è difficile programmare la stagione del pomodoro se saranno mantenuti i prezzi bassissimi dello scorso anno. Quei prezzi sono al di sotto dei costi di produzione, peraltro aumentati a dismisura a causa dei rincari per le materie prime e la bolletta energetica. Proprio in virtù di questo enorme problema, le aziende agricole del Foggiano stimano in un 20-30 per cento la riduzione delle superfici coltivate a pomodoro per la stagione che si aprirà con le prossime piantumazioni».
Ma ci può essere un punto d’intesa fra produttori e industriali?
«Per poter continuare a piantare e coltivare pomodoro, i produttori chiedono alla parte industriale di concordare intese certe sui prezzi, rispettate da tutti, senza giochi e accordi speculativi che danneggiano il settore e lo destabilizzano. Sul pomodoro servono patti chiari sui prezzi riconosciuti ai produttori da fissare prima che inizi la campagna; serve trasparenza sulle indicazioni date dall’Organizzazione Interprofessionale riguardo alla ormai consueta proposta di ridurre le superfici coltivate del 10 per cento, poiché quella indicazione, di fatto, viene sconfessata sul campo proprio dalla parte industriale a seconda delle convenienze del momento».
E gli industriali cosa dicono?
«Ad oggi, la parte industriale non ha ancora fornito il dato sulle scorte di pomodoro al 31 dicembre 2021. A Foggia si producono annualmente non meno di 23 milioni di quintali di prodotto. Le aziende agricole hanno il diritto di sapere per tempo se conviene piantare pomodoro. Gli imprenditori hanno diritto a essere messi nelle condizioni di programmare gli investimenti avendo tutti gli elementi sui quali fare un’analisi costi-benefici, soprattutto alla luce dei rischi crescenti ai quali sono esposti rispetto a calamità e aumenti dei costi di produzione».
Quindi il rischio qual è?
«Occorre impedire le tentazioni di fare cartello e di mettere sotto scacco chi produce e si sobbarca per intero il rischio d’impresa, senza certezze, affrontando un quadro di incognite sempre più ingiusto e pesante. Quanto verrà pagato il pomodoro nella campagna 2022? Prima di trapiantare occorre sapere. A quanto ammonta la produzione ancora in magazzino? Quali e quante sono le superfici coltivate e quantità di prodotto che permetteranno un punto di equilibrio soddisfacente e sostenibile tra le parti per la campagna 2022? Vogliamo che a questi interrogativi siano date risposte certe, tali da produrre patti chiari che tutti rispettino».

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