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Dal Parlamento ucraino a Bari «per costruire un ponte di pace»

«L’obiettivo della nostra missione è quello di incontrare gli attori impegnati nel campo dello sviluppo sostenibile, dell’imprenditoria femminile e dell’innovazione». Sono le parole di Novytska Mariia Volodymyrivna coordinatrice regionale per le pubbliche relazioni del Parlamento ucraino per i diritti umani.

Questa mattina in visita a Bari è stata accolta a Palazzo di Città dal vicesindaco Eugenio Di Sciascio, con l’assessora al Welfare, Francesca Bottalico, e alle Culture, Ines Pierucci.

La delegata del Parlamento di Kiev è giunta in città per una missione organizzata da Stati Generali delle Donne in collaborazione con Future Food Institute che mira ad incontrare le istituzioni italiane ed europee per «costruire un ponte di pace e umana alleanza che ci consenta di scrivere un futuro diverso da questo presente in cui l’oscurità degli interessi personali sta distruggendo la vita e la speranza a margine dell’incontro. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile sono una delle attività prioritarie del Commissario per i diritti umani in Ucraina, in particolare in relazione ai diritti umani per un ambiente sicuro, e questo è uno dei molti fattori che unisce Italia e Ucraina. Sono grata per l’eccezionale lavoro istituzionale svolto e per essere stata accolta come membro di una famiglia globale secondo i nostri comuni valori europei. Confido che questa visita sia solo l’inizio di un’amicizia duratura basata sull’ecologismo e su modelli di sviluppo sostenibile».

Nell’occasione, il vicesindaco ha donato a Novytska Mariia Volodymyrivna una boccetta contenente la sacra manna di San Nicola e un volume sulla storia della città di Bari.

«Da parte nostra – conclude Di Sciascio – sin dall’inizio del conflitto, siamo impegnati a garantire accoglienza ai profughi in arrivo in città attraverso i servizi del welfare e la generosità dei cittadini baresi, che stanno rispondendo alla chiamata di solidarietà attraverso raccolte di farmaci ed economiche. Il nostro auspicio è che, grazie anche all’impegno del nostro Paese, si possa giungere al più presto ad un cessate il fuoco e che gli orrori di questa guerra assurda e sanguinosa lascino il posto al lavoro della diplomazia internazionale».

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