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D’Agostino «ora il Bari è tutta un’altra squadra»

Vigilia di Vibonese-Bari, sestultimo appuntamento del campionato di Serie C. Domani alle 14:30 al Luigi Razza di Vibo i biancorossi affronteranno l’ultima in classifica. Squadra che all’andata, nonostante la sconfitta per 2-0 al S. Nicola, (reti di Botta e Antenucci), mise in difficoltà la capolista, segnando anche il gol del possibile 1-1, poi annullato per…
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Vigilia di Vibonese-Bari, sestultimo appuntamento del campionato di Serie C. Domani alle 14:30 al Luigi Razza di Vibo i biancorossi affronteranno l’ultima in classifica. Squadra che all’andata, nonostante la sconfitta per 2-0 al S. Nicola, (reti di Botta e Antenucci), mise in difficoltà la capolista, segnando anche il gol del possibile 1-1, poi annullato per sospetta posizione di fuorigioco. I calabresi allora erano allenati dall’ex centrocampista del Bari, Gaetano d’Agostino, poi esonerato lo scorso 12 febbraio dopo la sconfitta esterna con il Potenza.

Mister, la capolista sul campo del «fanalino di coda» del girone C: gara dall’esito scontato?
«Credo di no, ogni partita ha una storia a sé. Sulla carta può essere favorito il Bari, però la Vibonese, nonostante il momento negativo, non mollerà. Finché sarà aggrappata alla speranza salvezza onorerà l’impegno e farà di tutto per mettere in difficoltà il Bari. I pugliesi sono avvantaggiati, ma non devono sottovalutare una squadra che in casa avrà voglia di fare bene».
Quali insidie nasconde la gara?
«Un possibile calo di concentrazione e la voglia della Vibonese di cercare di battere la prima della classe. Non avendo quasi nulla da perdere può diventare pericolosa. Il Bari invece deve chiudere il campionato quanto prima. Una promozione a 3-4 giornate dalla fine sarebbe il top e permetterebbe alla società di programmare il futuro con un mese di anticipo».
Che ambiente troverà il Bari?
«Non ho visto tanta affluenza quest’anno. L’appeal del Bari richiamerà tanti tifosi. Secondo me alla fine saranno più quelli biancorossi in proporzione alla città. Spero si possa vedere tanti tifosi allo stadio».
Dopo la crisi «piazza pulita» negli scontri diretti, se l’aspettava?
«Era plausibile. La squadra ha dimostrato personalità. Soprattutto dopo la sconfitta contro il Campobasso, e con il Catanzaro che si era portato a quattro punti, il Bari ha dimostrato carattere. Perché tutti conosciamo le pressioni a Bari, nel bene e nel male. Sono stati bravi. La squadra ha dimostrato coesione. Si è stretta intorno allo staff tecnico. In quel momento si è visto davvero un gruppo voglioso di raggiungere l’obiettivo promozione».
Con la crescita di Maiello è cresciuto anche il Bari: solo una coincidenza?
«No. Ho affrontato il Bari all’andata e in quella partita lo abbiamo messo in grande difficoltà. In campo c’era Di Gennaro, giocatore che ha fatto una bellissima carriera. Però Maiello, che fino a gennaio era in B, ha dimostrato di avere un motore più fresco. Credo che abbia portato un cambiamento nell’intensità e soprattutto nel ritmo».
Qual è stato dal suo punto di vista il momento che ha deciso il campionato?
«Dopo la batosta con il Campobasso in casa c’è stato senso di responsabilità e un cambio al livello di mentalità. Il Bari stava perdendo parecchi punti. Anche io da avversario avevo la sensazione che pur essendo una grande squadra non fosse imbattibile. Invece dopo il ko con i molisani ha tirato fuori gli artigli e ha dimostrato l’umiltà che serve in C. Il Bari è diventato una squadra umile, di categoria, ma fatta di grandi giocatori».
Cosa è cambiato nel Bari rispetto alla gara di andata?
«È più consapevole della propria forza, più unito verso l’obiettivo. In C sono poche le partite che si possono vincere in maniera «pulita», giocando in modo spettacolare, perché incontri squadre che si chiudono, che vivono sull’errore. Si vince al 90% sulle seconde palle, sul gioco «sporco», sulla malizia. Il Bari si è adattato alla categoria. Sono stati bravi. Trovarsi a +10 sulla seconda a sei giornate dalla fine è un grande risultato. Do merito ai ragazzi, ma soprattutto al mister».
In città si comincia a respirare aria di festa, teme cali di tensione?
«No, è normale. Dopo anni passati a soffrire, la piazza di Bari merita quantomeno la B. I giocatori devono isolarsi, pensare partita per partita; poi quando la matematica sancirà la promozione si festeggerà tutti insieme. Ma è lecito che i tifosi diano sfogo alla loro gioia. Si sentono finalmente liberati da una categoria che non li appartiene. Bari è una piazza da A».
Bari verso la B, c’è una base da cui ripartire?
«Questa è una squadra che con qualche innesto può fare molto bene anche in Serie B. La base è buona. Botta ha spostato gli equilibri. Lo stesso Maiello e poi Antenucci, che secondo me farà una caterva di gol. Ce l’ha nel sangue il gol. Vorrà dimostrare di essere all’altezza anche l’anno prossimo. Servirà qualche giocatore abituato alla B, campionato lungo e insidioso. Credo che Bari dovrà essere subito protagonista. Con l’ambizione della famiglia De Laurentiis credo che si costruirà una squadra come quella che ha fatto Berlusconi a Monza. Competitiva, perché la piazza è esigente».
In caso di B, rinnovo automatico per Mignani: giusto ripartire anche da lui?
«Giustissimo, ha fatto bene. Ha idee che secondo me potrà attuare meglio in Serie B, dove ci sono spazi per esprimere i suoi principi di gioco. Merita la conferma, così come il suo staff».

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