Da Triggiano a Lerario, il filo che unisce gli appalti sotto inchiesta

C’è un filo che lega gli appalti tra il 2019 e 2021 su Bari e provincia, collegando personaggi chiave nella gestione della cosa pubblica ad affari illeciti. Ci sono imprenditori, i cui nomi ricorrono nel registro degli indagati della Procura di Bari, anche se in diverse inchieste.

La “G. Scavi srl”

È il caso, ad esempio, della “G.Scavi srl”, di Giovanni Scavi, indagato nel nuovo fascicolo sulla gestione degli appalti al Comune di Triggiano, assieme all’ex sindaco Antonio Donatelli e ad altre 17 persone, ma anche nella maxinchiesta sulla Protezione civile regionale, guidata per anni dal dirigente Mario Lerario, ai domiciliari con permesso di assentarsi da casa per lavoro, che ha riportato due condanne penali per corruzione. Una in primo grado a 5 anni e 4 mesi e l’altra ridotta in appello a 4 anni e 4 mesi (da 5 anni e 4 mesi). Lerario fu arrestato il 23 dicembre 2021, per aver ricevuto mazzette per 30mila euro. Gli appalti erano stati affidati contravvenendo alla legge col frazionamento e senza rispettare il principio di rotazione degli operatori economici. Nei giorni scorsi è stato condannato al pagamento di 500mila euro nei confronti della Regione Puglia quale risarcimento per danno patrimoniale e da disservizio, e cioè il tempo sottratto ai suoi compiti istituzionali per la gestione proprio degli appalti tra il 2020 e il 2021.

Gli appalti regionali

La G.Scavi di Acquaviva delle fonti, di Francesco Girardi (indagato nello scandalo Protezione civile) e di suo fratello Giovanni, nel 2019 ha ricevuto dalla Regione Puglia 182.100 euro, per la messa in sicurezza dei terreni adiacenti via Gentile, l’integrazione di 31 mila euro per la realizzazione di una struttura metallica architettonica nel 2020, 20.734 per la manutenzione straordinaria delle aree verdi presso la sede di San Giovanni Rotondo della Protezione civile, e nel 2020 i 152.416 per la manutenzione delle aree esterne al padiglione della Fiera del levante. E, ancora, i 105 mila euro per la manutenzione degli impianti di smaltimento delle acque meteoriche dei piazzali, parcheggi e aree esterne della sede barese della Regione Puglia.

L’indagine su Triggiano

Nell’inchiesta sugli appalti gestiti da alcune figure chiave dell’amministrazione di Triggiano, dal 2019 al 2021, il nome di Giovanni Scavi compare tra quelli degli imprenditori che avrebbero ricevuto dal Comune commesse, subappaltandole in maniera illecita ad altre ditte. Nello specifico, si tratta dei “lavori di manutenzione per il rifacimento delle strade comunali”, per un importo totale di 302.818 euro più Iva, subappaltati alla “D.S.P.A. srl” di Amedeo De Sario (entrambi i rappresentanti legali sono indagati).

La compravendita di voti

Di questo appalto scriveva anche la gip Paola Angela De Santis nella misura cautelare sulla presunta compravendita di voti in cui sono indagati, con Donatelli, anche il fondatore di Sud al Centro, Sandro Cataldo e sua moglie Anita Maurodinoia, sfociata negli arresti del 4 aprile scorso: “Le indagini – si legge nel documento della gip – rivelavano l’esistenza di un collaudato sistema fraudolento, secondo il quale gran parte delle commesse pubbliche di Triggiano sarebbero affidate ad un ristretto numero di imprese”. In particolare, si fa riferimento prorpio ai lavori di asfaltatura delle strade, “con scelta di quelle da asfaltare in funzione dell’impresa”. Tra le strade asfaltate, anche quella in cui abitava la coppia Cataldo-Maurodinoia.

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