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Corruzione, interrogato il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini: «Ha operato per il bene pubblico»

È durato sette ore l’interrogatorio del sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, davanti alla gip di Trani Marina Chiddo. Il primo cittadino è indagato insieme ad altre sette persone con le accuse, contestate a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, peculato e falso, per un totale di 21 capi di imputazione.

Minervini, riferisce il suo avvocato Tommaso Poli, «ha risposto su tutto con grande puntualità, spiegando la correttezza del suo operato, improntato esclusivamente al bene pubblico. Confidiamo nel giudice che ha mostrato estrema attenzione durante l’interrogatorio», conclude.

Per Minervini sono stati chiesti gli arresti domiciliari il 24 aprile scorso. Secondo l’accusa, il primo cittadino avrebbe scambiato favori con sostegno elettorale.

Nell’ambito della stessa inchiesta sono indagati anche i dirigenti comunali Alessandro Binetti e Lidia De Leonardis, Domenico Satalino, e il funzionario Mario Morea. Ci sono poi l’autista del sindaco, Tommaso Messina, l’imprenditore portuale Vito Leonardo Totorizzo, e il luogotenente della Gdf Michele Pizzo.

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