Conti correnti spiati, al setaccio i telefoni di Coviello: caccia a collegamenti con Milano

Se esiste un collegamento tra l’inchiesta milanese e quella barese sul bitontino bancario Vincenzo Coviello, accusato di accesso abusivo al sistema informatico, lo diranno tabulati e analisi delle celle telefoniche utilizzate da Coviello tra il febbraio 2022 e aprile 2024, quando, dal computer della filiale di Bisceglie di Banca Intesa, spiava i conti di 3.572 persone, tra politici, personaggi noti del mondo dello spettacolo e dello sport, e gente comune.

La consulenza

Al lavoro, anche su questo aspetto, sono i consulenti informatici incaricati dalla Procura di Bari di analizzare il contenuto dei telefonini di Coviello, sequestrati nel corso delle perquisizioni eseguite il 10 ottobre scorso a casa e in altri locali in uso dall’ex dipendente di banca. Anche se i suoi legali, gli avvocati Luigi Milani, Federico Straziota, Antonio Arzano e Domenica Lenato della “Polis Avvocati”, avevano fatto sapere che non era stata «rinvenuta nella disponibilità del dottor Coviello, documentazione attinente ai fatti per cui si procede». Ma la Procura vuole vederci chiaro, focalizzando ora l’attenzione su eventuali collegamenti con l’inchiesta milanese.

Gli obiettivi

Fra i 34 politici spiati, anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nelle scorse ore, riferendosi a questa indagine e a quella milanese, aveva parlato di attacco al Governo e aveva ipotizzato persino il reato di eversione. Tra i conti correnti “guardati” anche quello di sua sorella Arianna, dell’ex compagno Andrea Giambruno, e di ministri. Subito dopo la diffusione della notizia, la legale del ministro della Difesa, Guido Crosetto, aveva preso contatti con la Procura allo scopo di presentare denuncia in favore del suo assistito, ma finora non sarebbe arrivata.

La banca e i clienti

Non sarebbero state, al momento, formalizzate richieste di risarcimento nei confronti di Banca Intesa, indagata anch’essa per la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. La posizione del gruppo è al vaglio degli inquirenti che devono valutare se, come sostiene una sentenza della Cassazione, dal mancato controllo sugli atti di Coviello e, soprattutto dalla mancata adozione di presidi a tutela, abbia ricevuto un “vantaggio”. Nelle scorse settimane, al team di avvocati dell’istituto si è unita la professoressa Paola Severino, ex ministra della Giustizia, tornata ad esercitare la sua professione. La scorsa settimana era andata a trovare il procuratore capo Roberto Rossi, per comunicare l’atteggiamento collaborativo di Banca Intesa.

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