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Comunali a Triggiano, Cataldo rinuncia alla candidatura: «Non perdo io ma la democrazia». Lascia anche D’Alesio

A 72 ore dall’annuncio della sua candidatura al Consiglio comunale di Triggiano con la lista Onofrio D’Alesio Sindaco, Sandro Cataldo fa un passo indietro.

Lo annuncia lo stesso fondatore del movimento politico “Sud al Centro”, sciolto dopo un’inchiesta per corruzione elettorale, a seguito delle polemiche nate all’interno del centrodestra.

In una nota, Cataldo afferma: «Credo nella libertà e nella giustizia e nonostante tutto, ostinatamente continuerò a farlo». E spiega come è nata la sua decisione di candidarsi: «Nel momento in cui i partiti di centrodestra di Triggiano (FdI, FI, Democrazia Cristiana e Noi Moderati, con la piena condivisione dal candidato sindaco D’Alesio) mi hanno chiesto di candidarmi, convinto dell’assoluta regolarità del mio agire e della totale estraneità dei fatti a me contestati, ho accettato con serenità». Cataldo si è detto però cosciente «delle prevedibili strumentalizzazioni e delle speculazioni che non si sono fatte attendere».

Il fondatore di “Sud al Centro” riferisce di aver «accolto l’invito di Nicola Losacco (Fratelli D’Italia), Piero Pontrelli (Forza Italia), Piero Di Prizio (Noi moderati), Giuseppe Cacucciolo (Democrazia Cristiana), e del candidato sindaco Onofrio D’Alesio, a metterci la faccia in segno di profonda gratitudine per chi, in rappresentanza di una parte consistente della città, è convinta della mia buona fede e confida in me, come attestano le centinaia di attestazioni di stima registrate sin da quando si è diffusa la notizia della mia candidatura».

Ora, prosegue la nota, «apprendo dalla stampa, che le segreterie provinciali e regionali degli stessi partiti locali che mi hanno chiesto di candidarmi, ritengono che “non sia opportuno” che io scenda in campo (legittimamente come ognuno potrebbe pretendere per il proprio partito) non in una loro lista, ma addirittura in una civica fiancheggiatrice del candidato sindaco, rivendicando il diritto “a concordare e condividere” le scelte già fatte e ratificate di comune accordo tra il candidato sindaco e i referenti dei partiti della coalizione».

Cataldo ribadisce «ancora una volta di credere nella libertà e soprattutto di essere un convinto sostenitore del rispetto della dignità altrui e nella fattispecie, dei referenti politici locali oltremodo sminuiti e mortificati, a cui, sia ben chiaro, sarò sempre grato per non avermi “condannato” prima di essere definitivamente “giudicato”» e spiega che «con la stessa serenità con la quale ho accettato la candidatura, prendo atto e rispetto, pur non condividendola, la decisione dei vertici provinciali che per una legittima prudenza, di fatto, avvalla inconsapevolmente una responsabilità morale e giuridica ancora tutta da accertare. Fare un passo indietro rispetto alla candidatura alle elezioni comunali, credetemi, non rappresenta una sconfitta personale, ma una disfatta per la Democrazia considerato che la presunzione di non colpevolezza viene dolosamente ignorata. Non solo. Riproduce anche una prova d’insicurezza e di timore da parte di un “sistema” che confida e si attiene ad una mera ipotesi investigativa (quella dei PPMM che hanno chiesto il giudizio) piuttosto che rimettersi al giudizio degli elettori».

E conclude: «Se non fossi sicuro della mia innocenza, del mio agire lecito e trasparente in occasione anche delle campagne elettorali, non avrei mai accettato l’invito e nello stesso tempo il rischio di sottopormi ad ogni tipo di controllo e di verifica. È facilmente comprensibile per molti, ma non per tutti coloro che hanno interesse a delegittimarmi. D’altro canto, porterò sempre nel mio cuore l’amore unico, straordinario, commovente di chi crede in me e mi vuole bene. E vi assicuro che sono tanti».

Rinuncia anche il candidato sindaco Onofrio D’Alesio

Dopo Cataldo, arriva anche la rinuncia alla candidatura di Onofrio D’Alesio, che correva per la carica di sindaco.

«Ritengo non sia più possibile proseguire e andare oltre in un clima politico nel quale i partiti locali di centrodestra sono già stati messi in vendita al miglior offerente», scrive in una nota in cui ricostruisce quanto accaduto.

«Questa ultima domenica delle Palme – scrive – avrebbe dovuto essere un giorno di pace e di riconciliazione. Non lo è stato nella tribolazione di una decisione che ho maturato alla luce degli ultimi eventi scaturita a seguito della reazione compulsiva e incontrollata dei partiti di centrodestra che con un sol colpo di spugna hanno delegittimato la mia candidatura cancellando e azzerando un progetto politico che per Triggiano stava prendendo forma dopo dieci anni di totale assenza».

D’Alesio afferma che «gli organi provinciali e regionali di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi Moderati con un comunicato sommario hanno consegnato il paese al centrosinistra e ad altre coalizioni di matrice sconosciuta all’interno delle quali sono già tutti schierati pezzi delle precedenti amministrazioni. Lo hanno fatto sopra un vassoio d’argento – scrive -. Occasione migliore non poteva essere fornita quand’anche nello stesso comunicato si sottolinea in maniera del tutto errata, visti gli incontri e le richieste pervenute dai referenti e segretari cittadini dei partiti, che la candidatura di Sandro Cataldo nella lista del sindaco, definita dalle segreterie regionali “inopportuna e non condivisa”, sia stata una decisione autonoma assunta dal candidato sindaco».

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