Nessun arresto né rinvio a giudizio, la sua posizione era stata esclusa dalla Dda prima del maxiblitz Codice Interno, che aveva svelato gli intrecci fra mafia, imprenditoria e politica. Eppure i giudici federali di primo e secondo grado hanno “condannato” l’ex allenatore del Corato, Vito Castelletti a quattro anni di squalifica. Una singolare incongruenza sulla quale si centra il ricorso del suo difensore, l’avvocato Nicolò Nono Dachille.
Le condanne
A settembre scorso, il tribunale federale pugliese della Figc, presieduto da Angelo Maria Romano, aveva disposto 5 anni di inibizione con preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc per Giuseppe Maldera, imprenditore ed ex presidente della società calcistica Corato Calcio (che incassa una penalizzazione di cinque punti in classifica da scontarsi nel campionato 2024-2025) e per il direttore generale e allora responsabile di fatto della Fortis Altamura, Giuseppangelo Barracchia. E ancora, 4 quattro anni di squalifica per Castelletti, e per il direttore sportivo Dario Loporchio.
I fatti
Le sanzioni a carico dei vecchi vertici del Corato Calcio e della Fortis Altamura si intrecciano con la maxinchiesta “Codice interno”, coordinata dalla Dda di Bari, conclusasi con i 130 arresti del 26 febbraio. Un filone riguarda le partite di calcio dilettantistico che sarebbero state truccate con il ricorso a intimidazioni da parte dei clan Parisi e Strisciuglio. La prima risale al 30 aprile 2017, tra Corato Calcio e Fortis Altamura: il presidente Giuseppe Maldera avrebbe pagato gli Strisciuglio per ottenere la vittoria. L’anno successivo le due squadre si ritrovano, ancora avversarie, nel campionato di Eccellenza. Stavolta per gli inquirenti sarebbe stato Barracchia, responsabile di fatto della Fortis Altamura, a chiedere l’intervento del clan Parisi, per il tramite di Tommaso Lovreglio. Mentre l’allora allenatore del Corato Calcio, Castelletti, si sarebbe attivato per garantire ai Parisi l’esito concordato.
Gli illeciti sportivi
Il 27 febbraio scorso la Dda aveva trasmesso alla Procura federale una nota su “ipotizzabili illeciti sportivi”, ma riguardava solo i nominativi di Maldera e Loporchio. E il gip Alfredo Ferraro scriveva: «Le intercettazioni hanno ampiamente messo in luce il coinvolgimento di tutti gli indagati, ad eccezione del Castelletti».
La difesa
E allora, fa notare l’avvocato Nono Dachille: «Senza guardare gli atti con la sufficiente attenzione, la Procura federale non ha notato che dalla iniziale ipotesi accusatoria il Castelletti era stato scagionato dagli stessi pm. La Procura federale, autonoma dal punto di vista istruttorio, ha acquisito gli atti della Procura ordinaria dimentica del mancato rinvio a giudizio, dimentica del fatto che le intercettazioni non lo avevano mai coinvolto direttamente, dimentica che arbitro e commissario di campo della partita del 2018 non avevano riscontrato anomalie, annotando semmai l’espulsione dell’allenatore dell’Altamura, segno dell’assenza della combine e senza interrogatore mai nessun giocatore. Sulla base di questi inesistenti elementi di colpevolezza il Tribunale Territoriale – prosegue – ha squalificato per 4 anni Castelletti e Loporchio, e la Corte Federale d’Appello con una udienza online dove la comunicazione non verbale palesava il disinteresse per quanto accadeva, ha confermato la squalifica per i due, buttando in mezzo ad una strada un allenatore professionista che per 4 anni non potrà svolgere il suo unico lavoro. Resta senza risposta – conclude – la domanda dell’allenatore fatta ai due organi d’ingiustizia: quando, come e perché avrebbe contattato elementi di spicco della criminalità per fare vincere l’Altamura, visto che la settimana successiva poi fu anche esautorato dal Corato Calcio per non aver portato a casa sufficienti risultati, senza mai essere assunto nell’Altamura , si chiede per quale utilità ????Arrestato sui giornali e squalificato per 4 anni senza la minima prova».