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«Ci devi 300mila euro»: padre e figlio di Gravina in Puglia a processo per estorsione

Tentata estorsione e lesioni personali è l'accusa a carico di due imprenditori di Gravina in Puglia, Giovanni Di Taranto e suo figlio Michele - di 67 e 42 anni -, che sono stati rinviati a giudizio dal gup Giuseppe Montemurro. La vittima è un altro imprenditore del posto. Nel processo si è costituita anche l'associazione…
la legge è uguale per tutti

Tentata estorsione e lesioni personali è l’accusa a carico di due imprenditori di Gravina in Puglia, Giovanni Di Taranto e suo figlio Michele – di 67 e 42 anni -, che sono stati rinviati a giudizio dal gup Giuseppe Montemurro.

La vittima è un altro imprenditore del posto. Nel processo si è costituita anche l’associazione antiracket Ets Puglia tramite il suo presidente, Renato De Scisciolo, assistita dall’avvocato Saverio Verna.

Il processo si aprirà il 2 aprile 2026 davanti al giudice monocratico Mario Mastromatteo.

Secondo l’accusa i due, dopo aver prestato soldi alla vittima, glieli avrebbero chiesti minacciandolo di morte. In un’occasione, l’avrebbero aggredito mentre era in macchina e, dopo averlo costretto a uscire dall’auto, l’avrebbero colpito con calci e pugni.

«Ci devi restituire tutti i soldi, dovevi darci 300mila euro, ne hai restituiti la metà», gli avrebbero detto. Nell’aggressione, la vittima – che negli anni precedenti aveva denunciato i due per usura – avrebbe riportato un trauma alla spalla con prognosi di dieci giorni.

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