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Carabiniere ucciso in Puglia, parla il legale di uno dei poliziotti indagati: «Atto dovuto ma servono tutele»

«Da difensore coinvolto nella vicenda, dico che l'apertura di un'indagine a carico dei due poliziotti intervenuti nello scenario critico dell'uccisione del brigadiere Legrottaglie, è un passaggio giuridicamente necessario. È il cosiddetto atto dovuto». Lo afferma in un lungo post pubblicato sui social network l'avvocato Giorgio Carta, uno dei due legali (l'altro è Antonio Maria La…
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«Da difensore coinvolto nella vicenda, dico che l’apertura di un’indagine a carico dei due poliziotti intervenuti nello scenario critico dell’uccisione del brigadiere Legrottaglie, è un passaggio giuridicamente necessario. È il cosiddetto atto dovuto». Lo afferma in un lungo post pubblicato sui social network l’avvocato Giorgio Carta, uno dei due legali (l’altro è Antonio Maria La Scala) dei poliziotti indagati dalla Procura di Taranto per la morte in un conflitto a fuoco del 59enne Michele Mastropietro, ritenuto l’autore dell’omicidio del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, avvenuto giovedì a Francavilla Fontana.

Un atto dovuto, dunque, «una misura che tutela anche i poliziotti indagati, consentendo loro di concorrere a far emergere la verità in modo pieno e verificabile», prosegue l’avvocato, sottolineando che «ciò che troppo spesso resta sommerso è però il dopo. Quando, una volta chiarite le dinamiche, l’indagine o il processo si chiudono con un pieno proscioglimento, si apre un paradosso tutto italiano: il rimborso delle spese legali sostenute dall’agente potrebbe essere non scontato né integrale».

Carta sottolinea che «il recente decreto sicurezza ha provato a dare un segnale, raddoppiando l’anticipo massimo elargibile da 5.000 a 10.000 euro. Un passo apprezzabile, certo – prosegue il legale -, ma non risolutivo. Perché il nodo resta nella fase successiva al giudizio: la valutazione soggettiva della congruità. Il rischio, tutt’altro che remoto – continua – è che la tutela resti sulla carta e che il poliziotto venga rimborsato solo in parte, visto che non di rado sono giudicate eccessive perfino le tariffe medie».

Per l’avvocato, quindi, «se davvero lo Stato vuole dimostrare vicinanza alle proprie forze dell’ordine, la tutela legale non può essere soggetta a sconti o a revisioni contabili. È un dovere, non un favore. Occorre allora – conclude – rivedere radicalmente il sistema».

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