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Capitale italiana della Cultura 2027, Valle d’Itria simbolo dell’identità pugliese con “Pietramadre”

Sono arrivate in dieci alla finale. Sono le città pronte a contendersi il premio del Mic di Capitale della Cultura Italiana 2027: Alberobello, Aliano, Brindisi, Gallipoli, La Spezia, Pompei, Pordenone, Reggio Calabria, Sant’Andrea di Conza e Savona. Lo step finale è fra meno di un mese, il 25 e il 26 febbraio, quando sindaci e…
trulli alberobello

Sono arrivate in dieci alla finale. Sono le città pronte a contendersi il premio del Mic di Capitale della Cultura Italiana 2027: Alberobello, Aliano, Brindisi, Gallipoli, La Spezia, Pompei, Pordenone, Reggio Calabria, Sant’Andrea di Conza e Savona. Lo step finale è fra meno di un mese, il 25 e il 26 febbraio, quando sindaci e direttori artistici saranno chiamati a raccontare ad una giuria, diretta da Davide Maria Desario, i dettagli dei report. La proclamazione si terrà il prossimo 28 marzo. Alla città vincitrice verrà assegnato un contributo finanziario di un milione di euro per realizzare le iniziative e per aprirsi all’arte in tutte le sue forme.

Il bianco della pietra

La Puglia stavolta fa la parte del leone, tre città sono già alla finale. Tra queste c’è la Valle d’Itria: Alberobello è il Comune capofila, ma in realtà il progetto di rilancio mette insieme anche Noci, Polignano, Castellana Grotte. Il filo che lega insieme tutti questi luoghi è la pietra, bianca, antica, identitaria come racconta lo scrittore, Mario Desiati nel libro che gli è valso il Premio Strega.

Non a caso il progetto si chiama Pietramadre e si è avvalso della partnership dello Studio Marco Piva, di Gemanco Design, dell’agenzia Scopro e dell’esperienza di Pasquale Gatta, project manager culturale, che ha già curato le candidature di Lucera e Monte Sant’Angelo. Il report è un viaggio, tra i luoghi e la storia. La pietra è quella dei muretti a secco, «di costruzioni stabili da centinaia di anni, fino a diventare non solo parte integrante del paesaggio, ma a definirlo e nominarlo», si legge nel report. Eppure tutto ciò è già riconosciuto dall’Unesco.

Qual è allora il senso della candidatura, visto che già ci sono ogni anno milioni di turisti? «Il nostro territorio corre il rischio di veder scomparire la sua identità, fagocitata da quello che potremmo chiamare brand identitario che punta alla popolarità, al raggiungimento delle masse, attraverso la semplificazione. Corriamo il rischio di essere seppelliti da una bella cartolina», si legge nel report. E allora che fare? «Pensiamo a un Centro Studi internazionale delle architetture rupestri, a un Museo capace di contenere la memoria materiale e immateriale del territorio, alle connessioni con gli altri territori in possesso di patrimoni somiglianti. Pensiamo a spazi che si allargano per accogliere, al tempo che si dilata per permettere nuove forme di cittadinanza e di turismo; pensiamo al coinvolgimento partecipato delle comunità, alla pedagogia diffusa del patrimonio, all’attrazione di uomini di cultura, musicisti, artisti che non vengano a esibirsi per noi, ma vengano a incidere con i loro linguaggi sulla creazione di nuovi modi di guardare alle nostre città, generando magari modelli esportabili», raccontano i sindaci nel progetto.

Da qui la nascita di un protocollo d’intesa nel 2024 tra i Comuni di Alberobello, Polignano, Noci e Castellana Grotte. «Questo traguardo segna un nuovo percorso nello sviluppo culturale ed economico dei territori coinvolti che non sono soltanto ‘gli altri Comuni partners’, è la Valle d’Itria, la Puglia, il Mezzogiorno e l’Italia intera, che si approccia a un nuovo corso. – afferma il sindaco di Alberobello, Francesco De Carlo – Finora abbiamo intercettato viaggiatori provenienti da tutto il mondo, per aver saputo comunicare la bellezza del territorio, oggi questo flusso in costante crescita, se pensiamo che la sola Alberobello ha ospitato circa 2.000.000 di visitatori nel 2024, va governato. Il turista va accompagnato in un nuovo percorso di riscoperta ed educato al rispetto dei luoghi, che devono essere preservati per le generazioni future.

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