Tensione alta negli ultimi giorni al Centro di Permanenza e Rimpatrio (CPR) di Bari, dove si sono verificati principi di incendio e proteste da parte dei migranti reclusi. A segnalarlo sono i collettivi di attivisti, che hanno diffuso foto e video mostrando il fumo fuoriuscire dalla struttura.
La polizia ha confermato gli episodi, specificando che ieri alcuni migranti hanno dato fuoco a suppellettili e materassi, rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco.
Secondo quanto riferito dai collettivi, le proteste sono scaturite dalle «condizioni disumane» in cui i migranti sarebbero costretti a vivere all’interno del CPR. Tra le denunce più gravi, spicca il caso di una persona che, pur presentando «fratture a gambe e braccia», non sarebbe stata accompagnata in ospedale. Questa circostanza avrebbe riacceso con forza le manifestazioni di dissenso. Gli attivisti aggiungono inoltre che uno dei migranti, dopo aver partecipato alla protesta, sarebbe stato messo «in isolamento all’interno del CPR».