Un imprenditore barese – già condannato a 4 anni di reclusione nell’aprile del 2023 per riciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti e indebita compensazione – avrebbe causato un danno erariale di oltre 760mila euro attraverso la cessione di crediti d’imposta del bonus facciate per lavori mai eseguiti per il recupero del patrimonio edilizio.
È quanto contesta la Corte dei Conti, a conclusione di un’indagine condotta dalla Guardia di finanza, all’imprenditore, il 51enne Alessandro Trerotoli, a cui è stato notificato un invito a dedurre.
Dalle indagini sarebbe emerso, spiegano i finanzieri in una nota, che l’imprenditore, «in proprio e mediante la società dallo stesso amministrata, sebbene non svolgesse alcuna attività imprenditoriale attinente all’edilizia e fosse in possesso di una capacità reddituale e finanziaria di modesto spessore», nel 2021 avrebbe acquistato crediti relativi al bonus facciate per interventi fittizi e li avrebbe poi ceduti a terzi che, in buona fede, li avrebbero parzialmente utilizzati in compensazione dei propri debiti fiscali o monetizzati con successive cessioni.
La Procura regionale della Corte dei Conti ha contestato all’imprenditore un danno patrimoniale di 763.868 euro corrispondente al valore nominale dei crediti già oggetto di compensazione da parte dei cessionari finali in buona fede (tra i quali la Reggina calcio, società sportiva di Reggio Calabria), derivandone la conseguenziale riduzione, di pari importo, delle imposte da versare allo Stato; inoltre, quelli non ancora compensati, risultano già sottoposti a sequestro penale mediante riduzione del relativo plafond presente nel cassetto fiscale.
Il presunto responsabile potrà ora esaminare tutte le fonti di prova indicate a base della contestazione formulata, depositare le proprie deduzioni ed eventuali documenti, ovvero chiedere di essere sentito dall’Autorità giudiziaria contabile procedente.