I rincari delle bollette non sono più teoria, ormai sono pratica. Lo sanno bene gli operatori del Sunia, sindacato degli inquilini, che ogni giorno dietro la loro porta si ritrovano persone in grosse difficoltà per riuscire a pagare energia elettrica, gas e condominio. Il centro studi del sindacato stima in 300 euro in più al mese, l’aumento del budget necessario per una famiglia media. Spiega il segretario Nicola Zambetti: «Dai dati in nostro possesso e dalle richieste di aiuto di questi giorni siamo piombati in una realtà del tutto diversa dal racconto felice sulle varie transizioni. Qui si rischia dramma sociale se non si interviene subito». Non è un mistero che sia stato lo stesso ministro Roberto Cingolani a lanciare l’allarme nei giorni scorsi, arrivando a dire che le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) potrebbero non bastare e che l’effetto dei rincari potrebbe arrivare a costare dieci miliardi di euro.
«Non ho i report del ministro, ma posso dedurre dove sta la maggiore criticità della situazione – insiste Zambetti – ovvero nel fatto che le spese aumentano ma le entrate, per chi è dipendente o pensionato, restano le stesse». Certo, è impensabile che gli stipendi e le pensioni aumentino da un giorno all’altro di 300 euro al mese, ma allora qualche aiuto potrebbe arrivare dai livelli di tassazione. Interviene ancora il segretario del Sunia Bari: «Lo Stato dovrebbe intervenire sulle accise che alzano ulteriormente il costo della bolletta. Allo stesso modo, Regioni e Comuni, attraverso l’Anci, dovrebbero intervenire sulle imposte comunali o la situazione sarà davvero grave».
«In passato i poveri lo erano perché non lavoravano, oggi non è più così. Ci sono persone che lavorano ma, nonostante questo, sono sotto la soglia di povertà e non sanno neanche cosa sia l’inclusione sociale. Per esempio penso – conclude Zambetti – a chi ha comprato casa con un mutuo e ora quell’equilibrio è stato rotto da queste spese non preventivate».
Chi ha il polso della situazione e da tempo aveva lanciato l’allarme è la categoria degli amministratori di condominio. Come Vito Lucente, vicepresidente nazionale dell’Associazione Manager immobiliari”, che evidenzia: «Si registrano già casi di condòmini che non pagano le quote condominiali. Così vengono meno servizi per tutti ma, soprattutto, vorrà dire pioggia di azioni legali tra qualche mese. Serve un intervento statale per calmierare i prezzi e serve subito».










