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Bitonto, giovane sfreccia tra la folla con la bici elettrica: il sindaco lo fa fermare e viene minacciato

Spiacevole episodio, ieri, durante la festa patronale di Bitonto. Il sindaco Francesco Paolo Ricci sarebbe stato minacciato, insieme ad alcuni agenti della polizia locale, dopo aver fermato un ragazzo che, in sella a una bici elettrica, sfrecciava tra la folla presente ai festeggiamenti. Il primo cittadino sarebbe intervenuto in prima persona per fermare il giovane…
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Spiacevole episodio, ieri, durante la festa patronale di Bitonto. Il sindaco Francesco Paolo Ricci sarebbe stato minacciato, insieme ad alcuni agenti della polizia locale, dopo aver fermato un ragazzo che, in sella a una bici elettrica, sfrecciava tra la folla presente ai festeggiamenti.

Il primo cittadino sarebbe intervenuto in prima persona per fermare il giovane scatenando «minacce gravi» nei suoi confronti e in quelli dei vigili. A riferirlo è l’assessore comunale alla Polizia locale, Cosimo Bonasia, che in un post sui social afferma che «chi minaccia chi fa rispettare le regole, minaccia tutta la comunità».

Bonasia esprime «totale solidarietà al sindaco: ha avuto il coraggio di metterci la faccia, ancora una volta, per il bene di tutti. Totale solidarietà anche al corpo di polizia locale sempre in prima linea. La sicurezza non è negoziabile. Le regole valgono per tutti», conclude.

Solidarietà a Ricci e alla polizia locale arriva anche dal presidio Libera “Anna Rosa Tarantino” di Bitonto.

«Quanto accaduto – si legge in un post pubblicato dai volontari di Libera – ci interroga sul senso di responsabilità e sul ruolo che ciascuno è chiamato ad assumere nella costruzione di una comunità più giusta e sicura. Le istituzioni, quando intervengono per far rispettare le regole, vanno sostenute, non contrastate».

Libera rivolge poi «un pensiero particolare ai genitori: educare significa anche saper redarguire, non spalleggiare. Difendere i propri figli non può mai significare giustificare l’errore. Al contrario, è proprio nel richiamo al rispetto delle regole che si misura l’autenticità del loro impegno educativo. Perché il rispetto è la prima forma di legalità. E legalità è responsabilità condivisa», conclude il post.

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