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Bitonto, per un impianto agrivoltaico 7mila ulivi verrebbero sradicati: insorgono le associazioni

«Non si può essere, ancora una volta, semplici spettatori passivi degli accadimenti per poi lamentarsi e recriminare una volta che gli impianti vengono realizzati. Oggi più che mai bisogna essere parte attiva e mettere in campo tutte le iniziative e azioni possibili per poter contrastare lo scempio del nostro territorio nel segno di chi persegue soprattutto enormi interessi finanziari».

Scoppia la polemica, a Bitonto (forse in ritardo come spesso accade, visto che già da luglio si conosce bene il pericolo) sull’impianto agrivoltaico che una società veneta vorrebbe installare in località «san Gaetano» a Mariotto. E che prevede lo svellimento di oltre 7.000 piante d’ulivo della varietà «coratina» e l’impianto di una coltivazione super intensiva. Sul piede di guerra sono alcune associazioni locali (Anpi sezione «Carla Nespolo»; «Era Murgiae Ets-Odv Bitonto»; «Fare Verde Ets-Odv Bitonto»; «Italia Nostra Bari»; «Legambiente» circolo di Bitonto; «2Hands Bitonto» Vogliamo Bitonto pulita), molto critiche sul comportamento del Comune, che a luglio ha dato nessun parere ostativo al progetto da un punto di vista urbanistico, e quindi «la decisione di escludere dalla Valutazione di impatto ambientale il progetto di realizzazione di un impianto di così elevata estensione – si legge in una nota delle associazioni -, costituisce un grave precedente, perché semplifica e accelera di fatto il procedimento autorizzativo per tali impianti».

Secondo gli stessi scriventi, inoltre, la stessa società avrebbe già presentato un’altra richiesta di agrivoltaico sempre nella stessa area di quasi 20mw. Da Palazzo Gentile, frattanto, ribadiscono che in sede di Conferenza di servizi si faranno le dovute osservazioni sul progetto e sottolineano quanto scritto in una nota del 29 settembre, nella quale, senza infingimenti, si evidenzia «come le negative incidenze dell’opera sotto il profilo territoriale, paesaggistico, storico-culturale e archeologico non possano essere ritenute non direttamente ricadenti anche sul bene ambiente.

Il Comune di Bitonto, pertanto, condivide dichiaratamente le motivazioni espresse dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana e, pertanto, si associa formalmente alle richieste di annullamento in autotutela e auspica che i proposti interventi siano assoggettati a valutazione di impatto ambientale».

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