Cominciamo dalla fine. Dall’ultima puntata (per adesso, si intende) della storia. Il 31 dicembre scorso, con apposita determina dirigenziale e a un anno dal suo stanziamento in Giunta, datato fine dicembre 2020, dal comando di polizia locale decidono di affidare la somma (esigua) di 5mila euro per affidare il servizio di mappatura di cani e gatti randagi presenti sul territorio al centro operativo per la protezione degli animali, il Copa.
Si tratta – l’idea che arriva da Palazzo Gentile – di un progetto (ma sarà davvero utile? E una mappatura può essere mai davvero attendibile?) con il quale si intende affrontare il problema randagismo, a Bitonto ampiamente presente vista l’assenza di un canile cittadino. Ed è questa, allora, la vera e sola domanda da porsi: quando si tornerà a parlarne sul serio?
La storia è vecchia di anni, anzi oltre un decennio, perché l’incipit è nel 2008 allorché il canile bitontino, situato dal 1997 in via Cela, è messo sotto sequestro dopo un controllo da parte dei Nas. Oltre alla chiusura, al non poter rimettere in libertà gli ospiti a quattro zampe lì presenti a causa della mancata assicurazione contro le aggressioni, è stato pure disposto che i cani randagi catturati nel territorio fossero “ospitati”, a pagamento, in un canile di Terlizzi.
La situazione resta in standy per anni prima della novità del 2017 e cioè il progetto di un nuovo canile. Si tratta di un project financing messo a punto dalla “Ediltecnica” e dalla cooperativa “Tasha” (da anni in primissima linea per la difesa degli animali del territorio e che nel 2012 ha dato via a un canile sanitario) e licenziato dalla Giunta comunale ad aprile di cinque anni fa ed è ambizioso, sia perché provvisto di 400 posti, un numero altissimo di cellule box doppie e triple, di un corpo servizi per accoglienza e deposito, un’area didattica e tanto altro, sia perché da realizzare con un costo di due milioni di euro su un terreno confiscato alla criminalità organizzata tra Bitonto e Modugno.
Circa tre anni fa, poi, è arrivato il disco verde pure dal Consiglio comunale nonostante sui Social non siano mancate più di qualche critica, riserva e perplessità sulla bontà del progetto, soprattutto sul piano di sterilizzazione.
Ebbene, quel disco verde è l’ultima puntata della storia, prima dell’idea della mappatura. Il canile è scomparso dai radar dell’agenda politica cittadina, dall’attenzione dei giornali e dalla curiosità dell’opinione pubblica. Tutto tace e neanche l’ultimo aggiornamento che arriva dal sindaco Michele Abbaticchio porta ottimismo. «Gli uffici – dice il primo cittadino – stanno per pubblicare, finalmente, l’appalto per mandare in gara il project financing».
Buio pesto, però, su tutto il resto e sulle tempistiche.